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Parte l’agognata Consulta Regionale dei calabresi all’estero
La si attendeva da due anni, come “aspettando Godot”. Mi riferisco alla “Consulta Regionale dei calabresi all’estero”. La normativa vigente prevede che “è costituita con Decreto del Presidente della Giunta Regionale all’inizio di ogni legislatura, entro sessanta giorni dall’insediamento della Giunta Regionale, e dura in carica fino alla scadenza del Consiglio Regionale, salvo revoca del mandato”. Ebbene, si da il caso che le elezioni regionali si siano svolte ad aprile del 2010. La prima convocazione del nuovo organismo è fissata dall’11 al 14 aprile prossimi. Alla buonora, presidente Scopelliti!!!! Due anni non le sembrano un poco troppi, per far partire il principale raccordo tra l’Istituzione che Lei presiede e le comunità dei calabresi all’estero? L’organismo è composto da 55 persone, tra i quali ventinove cittadini calabresi residenti da almeno cinque anni all’estero, designati dalle rispettive associazioni, federazioni e confederazioni iscritte al registro regionale; quindici giovani residenti all’estero, discendenti di calabresi, di età inferiore ai trentasei anni, anche loro designati dalle associazioni; tre cittadini calabresi o discendenti di calabresi residenti fuori regione nel territorio nazionale, dove maggiore è la presenza di calabresi, designati dalle associazioni competenti. Dalla sua istituzione fino al 2010, la Consulta è servita ben poco. Poco valorizzata dalle varie maggioranze che via via si sono alternate, di centrodestra e di centrosinistra. Viaggi a gratis in Calabria per i suoi componenti, tre-quattro volte l’anno e niente più. E spese per i contribuenti, come nell’ultima convocazione del 2010, prima delle elezioni regionali. Circa 60.000 euro di spesa sul bilancio della Regione, soprattutto per pagare fiorai (avete capito bene!), ristoranti, alberghi e via discorrendo. Il tutto in linea con la scarsa attenzione che i vari governi regionali hanno riservato al tema dell’emigrazione. Qualche vacanza all’estero per la “casta”, sempre giustificata come “relazioni con la comunità degli emigranti”, rigorosamente bipartisan: un paio di consiglieri di maggioranza ed uno di opposizione. Così è stato con Chiaravalloti, così con Loiero, così continua ad essere con Scopelliti. A non mancare mai nei viaggi è stato sempre Lui, il vero “gestore” delle politiche sull’emigrazione, con tutte le maggioranze. Mi riferisco al dirigente del settore competente, Giosuè detto Lino. 
L’augurio che facciamo è che, nonostante i due anni persi, si dia realmente un nuovo corso. Di rottura con il passato. E, soprattutto, che le risorse non siano sprecate, ma utilizzate per creare veri scambi socio-culturali ed economici.
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