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Dalla Francia i genitori reclamano: niente compiti per casa!
Un blog di mamme e papà  d’oltralpe https://cesoirpasdedevoirs.blogspot.it/  ha lanciato l’appello, troppo stress per i nostri figli, boicottiamo i compiti assegnati per casa.
I giornali hanno rilanciato la notizia, raccogliendo pareri di pedagogisti, associazioni, funzionari del ministero della pubblica istruzione,  psicoterapeuti, e persino il ministro Profumo ha dichiarato al Corsera:
«Le forme di partecipazione degli studenti sono diverse. Sono cambiati i contorni della scuola tradizionale e possiamo cambiare anche le relazioni».
Mai nessuno che interpelli gli insegnanti, neanche in questo caso, visto che sono loro a fare il fatidico assegno dei compiti.
Sarà sicuramente colpa della quinta colonna targata Disneyland Paris, ma mi sembra che la grande heure francese, un tempo basata sull’asse cultura-istruzione,  stia negli ultimi decenni scricchiolando, visto che già la frequenza delle lezioni è ridotta a quattro giorni settimanali.
Nel rispetto della libertà, sulla quale cerco di istaurare la relazione educativa con i giovani, credo che i compiti, così come le interrogazioni, o le verifiche in classe, siano degli strumenti e non degli obiettivi.
Pertanto è necessario adeguarli anche al momento storico nel quale siamo; assegnare ad esempio delle versioni di greco e latino per casa è un’istigazione al copia-incolla, la rete offre una vasta gamma di contribuiti in materia dalla traduzione targata Oxford, a quella di giovani studenti improvvisati traduttori.
In tal senso è più  utile e formativo lavorare sodo in classe, uscendo dallo stereotipo della lezione induttiva e sperimentando magari itinerari di cooperative learning.
Personalmente non assegno compiti e non interrogo il lunedì! 
La mia religione me lo vieta!
Visto che  anche  il creatore si è riposato al termine delle sue fatiche,  non vedo perché gli studenti dopo una settimana di studio e pendolarismo,  debbano sgobbare rinunciando a frequentare il cinema, le associazioni, la parrocchia, il campo sportivo o magari stare un po’ con la famiglia.
Se poi scatta il fatidico controllo dei compiti del prof. Cerbero, si può magari sempre rispondere come Bartleby lo scrivano: Preferirei di no!
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