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REGGIO CALABRIA – Un dossier che illustra la grave situazione di abbandono in cui versano alcuni impianti di depurazione nella provincia di Reggio Calabria è stato presentato stamani in una conferenza stampa dai rappresentanti della Cgil del comprensorio di Gioia Tauro e dalla segreteria provinciale della Filcem Cgil della Provincia di Reggio Calabria. Sotto la lente di ingrandimento gli impianti consortili di Lubrichi nel comune di S.Cristina D’Aspromonte, di San Procopio, di S.Giorgia nel comune di Scido nella Piana di Gioia Tauro. Poi quello di Scilla e di Concessa di Reggio Calabria, impianto nel quale confluiscono gli scarichi fognari di S. Roberto, Laganadi, Fiumara e Campo Calabro. Nel salone della sede comprensoriale della Cgil di Gioia Tauro sono stati proiettati filmati che sono stati inviati alla segreteria del sindacato da un anonimo. Impianti abbandonati a se stessi da mesi, con liquami che confluivano direttamente nei torrenti dell’Aspromnte e quindi a mare. Erbacce, rifiuti che bloccavano le griglie di raccolte delle vasche dei fanghi che a loro volta finiscono nei terreni circostanti. Casi in cui i collettori delle fogne dei comuni interessati baypassavano gli impianti e finivano nei fiumi. Stessa situazione anche al depuratore di Scilla, la perla della Costa Viola. «Un danno irreparabile per l’ambiente – hanno detto i sindacalisti Carbone, Larocca e Calogero – che compromette la qualità del mare e mette in serio rischio la balneabilità». «Insomma – ha detto Giuseppe Carbone, della Filcem – altro che ‘Mare da Amarè per citare un vecchio slogan turistico della Regione. Un vero e proprio pantano questi impianti, lasciati abbandonati a se stessi e all’incuria del tempo. Una situazione già denunciata in più circostanze al governatore Giuseppe Scopelliti e all’assessore all’ambiente Pugliano che hanno la responsabilità di questo scempio ambientale».

 

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