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CROTONE – Tutti gli operatori del porto di Gioia Tauro si sono incontrati «per discutere – è detto in un comunicato – le possibili nuove traiettorie di sviluppo e soprattutto confrontarsi sul tanto atteso Piano regolatore portuale, che oggi, grazie all’Autorità portuale e alle istituzioni sembra essere di imminente redazione, dopo oltre 20 anni di ‘chiacchiere’. Ciò che occorre adesso è cambiare rotta e rilanciare la strutturà».   

«Da circa 25 anni, ovvero da quando si concretizzò la definitiva dismissione delle grandi fabbriche – si aggiunge nel comunicato – il porto di Crotone ha subito un pesantissimo e devastante calo di movimentazione, produttività e d’immagine. A garantire realmente e caparbiamente la sopravvivenza di questa grande e millenaria infrastruttura sono state le decine di piccole e medie imprese, vecchie e nuove, le centinaia di dipendenti e impiegati, che faticosamente, con tenacia, superando grandissime difficoltà economiche e organizzative, sono riusciti non solo a mantenere miracolosamente in vita il misero residuo di fama un tempo più che gloriosa ma anche a consolidare le competenze generate in secoli di marineria e spesso tramandate da padre in figlio.    «Gli operatori portuali – si afferma ancora nella nota – vogliono essere pronti a dare il loro contributo di esperienza e conoscenza alla stesura del progetto definitivo ed evitare che possano essere fatte dagli enti scelte non condivise o poco funzionali per coloro che saranno comunque i primi utilizzatori di quello che potrà essere il volano fondamentale per il futuro rilancio dello sviluppo economico ed occupazionale del territorio, ovvero l’infrastruttura portuale crotonese. Ben venga finalmente lo sviluppo dell’infrastruttura portuale purchè siano salvaguardate le attività esistenti e le Autorità decidano creando concertazione con le maestranze locali».   Secondo gli operatori, «occorre un forte coinvolgimento unitario per non disperdere altre opportunità e competenze in previsione di creare un unico ‘contenitorè in cui organizzare insieme tutte le categorie al fine di supportare e collaborare con le pubbliche Autorità. Serve poi lo sviluppo di una più logica e razionale destinazione d’uso dei bacini e delle banchine esistenti e di nuova costruzione. Occorre, infine, prevedere la destinazione flessibile di una singola banchina all’attività crocieristica e di trasporto». 

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