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REGGIO CALABRIA – Il procuratore aggiunto della Direzione Nazionale antimafia, Alberto Cisterna, è stato trasferito, in via cautelare al tribunale di Tivoli, dove svolgerà funzioni di giudice. Lo ha deciso la sezione disciplinare del Csm, accogliendo la richiesta del pg di Cassazione. Cisterna, che fino ad oggi è stato uno dei vice del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, è finito sotto procedimento disciplinare per aver avuto contatti con Luciano Lo Giudice, appartenente ad una famiglia di criminalità organizzata di Reggio Calabria. Per questa vicenda è indagato dalla Procura reggina per corruzione in atti giudiziari. Anche la Prima Commissione del Csm si era occupata del caso, proponendo al plenum il trasferimento d’ufficio del magistrato per incompatibilità funzionale. La pratica della Commissione, che riguarda profili non disciplinari, è stata quindi stoppata dall’azione disciplinare che, naturalmente, ha carattere prioritario.  Il procedimento a carico di Cisterna era stato avviato sulla base delle dichiarazioni del pentito di ‘ndrangheta Antonino Lo Giudice, che aveva riferito dei presunti rapporti tra il fratello, Luciano Lo Giudice, ed il magistrato. Martedì scorso si era appreso che il Plenum del Csm non si sarebbe più occupato di Cisterna in quanto la pratica di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale, avviata ed approvata dalla commissione competente, è decaduta e per tale ragione non doveva essere più sottoposta alla ratifica del Plenum.

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