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COSENZA – Sembra essere stregata la gara per l’aggiudicazione di piazza Bilotti. Ieri la commissione che doveva assegnare la gara, composta da tre professionisti esterni nominati dal Prefetto Cannizzaro, ha chiuso i lavori sostanzialmente con un nulla di fatto, rigettando l’unica offerta che era stata presentata.

Nel verbale si parla di gravi carenze, nel senso che all’offerta presentata mancano una serie di elaborati previsti per legge nel bando di gara. Secondo alcune indiscrezioni pare che manchi la perizia geologica definitiva, l’elenco prezzi e altri elaborati che sono fondamentali per la regolarità del bando. Ma gira anche una indiscrezione, secondo la quale ci sarebbero delle perplessità anche sul progetto di fondo presentato dal raggruppamento di imprese che fa capo alla Barbieri group di Napoli.

Un epilogo a sorpresa, quello della gara da ventidue milioni di euro a cui aveva partecipato una sola ditta. Nemmeno venerdì scorso, infatti, il sindaco aveva dichiarato che il progetto era in fase di valutazione. Ora gli uffici bocciano il progetto e si corre il rischio concreto che si possano perdere i finanziamenti previsti nell’ambito dei Pisu.

Ovviamente non è stata ancora scritta la parola fine sulla questione perchè il raggruppamento d’imprese potrebbe anche presentare ricorso al Tar contro la decisione della commissione aggiudicatrice, anche se lo staff che ha lavorato al disciplinare di gara (ovvero l’alta commissione di vigilanza composta dall’architetto Stefania Frasca, che insieme a Morcavallo e Coletta) assicura che le operazioni sono state corrette e tutto si è svolto nel massimo delle regole. Questo potrebbe dilatare ulteriormente i tempi con il concreto rischio che il 20% circa dell’appalto venga perduto.

Nel frattempo la commissione di vigilanza sta già lavorando, l’avviso di gara sarà riproposto nella sua interezza, per una nuova gara il cui bando sar pubblicato a breve.

Speriamo che avvenga a breve anche l’appalto di un’opera che nemmen è iniziata ma ha già creato molte polemiche. La prima riguarda la famosa perizia geologica affidata al geologo Le Fosse e praticamente identica a quella stilata dieci anni prima da Beniamino Tenuta. Sulla vicenda la Procura Bruzia ha aperto un’inchiesta, l’amministrazione comunale però sostiene che la vecchia perizia di Tenuta è a tutti gli effetti di proprietà di Palazzo dei Bruzi e quindi il Comune poteva riutilizzarla nella fase di progettazione preliminare anche perchè le caratteristiche geotecniche dei terreni non cambiano certo nell’arco di dieci anni.

La polemica così si è ultimamente spostata sulla gara che vede un unico partecipante. Il bando prevedeva corpose fideiussioni perchè il privato che realizzerà il nuovo slargo dovrà investire di tasca propria qualcosa come oltre 5 milioni di euro ottenendo in cambio la gestione del parcheggio. Una struttura che potrebbe portare introiti vicini ai 700.000 euro l’anno.

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