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GIOIA TAURO (RC) – La polizia ha sgominato in provincia di Reggio Calabria una banda che avrebbe compiuto nell’ultimo anno una lunga serie di furti ai danni di strutture delle Ferrovie dello Stato, dell’Enel e della Telecom, impossessandosi di decine di tonnellate di rame.   Sei gli arresti che sono stati eseguiti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi.

I furti attribuiti alla banda che è stata sgominata sono stati commessi in depositi delle Ferrovie dello Stato e della Telecom o lungo i binari, provocando in qualche caso rallentamenti e disagi per il traffico ferroviario, oltre che interruzioni nell’erogazione di energia elettrica e della distribuzione idrica.   Agli arrestati viene contestata, oltre che il furto, la ricettazione delle decine di tonnellate rubate. Contestualmente agli arresti, sono stati eseguiti i decreti di sequestro preventivo di due società con sede a Gioia Tauro che si occupano della raccolta, della trasformazione e della commercializzazione di materiali ferrosi e similari. 

Il rame sarebbe stato poi smistato in Sicilia ed in altre regioni del Sud. Le aziende sequestrate, che avrebbero avuto due filoni d’attività, uno lecito e l’altro illecito per la ricettazione del rame rubato, sono le sole, tra l’altro, secondo quanto riferito dagli investigatori, che commercializzano materiale ferroso in Calabria e parte della Sicilia.  La banda che è stata sgominata avrebbe rubato e ricettato enormi quantitativi di rame per un valore di diversi milioni di euro.   Quattro delle sei persone arrestate sono i titolari delle due aziende sequestrate, mentre le altre due erano state denunciate nei mesi scorsi perchè sorprese mentre erano a bordo di un camion su cui erano trasportate sette tonnellate e mezzo di rame rubato. Si tratta dei fratelli Rocco e Giovanni Delfino, di 50 e 55 anni, e Saverio ed Antonio Abate, di 51 e 46 anni, titolari della Tra.fer. Gli altri due arrestati sono gli omonimi Armando Bevilacqua, di 34 e 23 anni, entrambi rom, autori di alcuni dei furti di rame attribuiti alla banda.   Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Palmi, Cristina Mazzuoccolo, su richiesta del procuratore Creazzo e del sostituto Giulia Pantano.

Le indagini sono partite dalla morte di un immigrato marocchino, Sadik El Tayb, di 32 anni, folgorato il 2 novembre scorso mentre compiva un furto in una cabina elettrica dell’area industriale di Gioia Tauro, le indagini che hanno portato all’arresto dei componenti la banda dei ladri di rame    Il corpo del marocchino fu trovato, dopo una segnalazione al 113, dalla polizia, che il giorno dopo scoprì un furto di rame in un’azienda della zona.   Nell’azienda in cui fu rubato il rame furono trovati due extracomunitari, Issam Rimili, algerino, Keame Bafi, ghanese, che erano stati i responsabili del furto. Rimili, dopo l’arresto, iniziò a collaborare con gli investigatori ed è grazie alle sue rivelazioni che si è giunti agli arresti di oggi. 

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