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REGGIO CALABRIA – Scheletri di costruzioni devastano il paesaggio di uno dei posti collinari più belli situati a poca distanza da Reggio Calabria. Imponenti mostri di ferro misto a cemento formano opere iniziate e mai portate a compimento. Decine di piante di ulivo sono state tagliate per lasciare spazio a ciò che doveva nascere a poca distanza dal centro abitato di Orti Superiore. Una palestra polifunzionale che adesso affaccia sulla strada che porta al paese appare ormai da diversi anni in uno stato di abbandono e degrado. Un cartello giallo dei lavori da eseguire, che conteneva in dettaglio costi, durata dei lavori e consegna degli stessi, nomi di persone, è oggi illeggibile nascosta tra i rovi. Lo spazio modificato delle ruspe è completamente aperto a tutti . Accoglie una grande quantità di materiale inerte abbandonato sulla terra. La stanza, quella più grande che avrebbe dovuto ospitare gli eventi sportivi di giovani atleti, accoglie centinaia di metri cubi di impalcature che si innalzano verso il cielo. Affianco gli altri vani aperti a tutti in cui depositare di tutto.

Ma lo scempio portato in questa frazione del del territorio reggino non si ferma alla visione della costruenda palestra. Poco più sopra un altro obbrobrio sovrasta le colline profumate di Ortì. 

Anche qui le opere finanziate con i fondi del Decreto Reggio hanno subito da anni uno stop. La carcassa di un edificio, o centro civico, che avrebbe dovuto ospitare gli uffici circoscrizionali, una biblioteca, un auditorium, spazi per iniziative e addirittura un ambulatorio medico, appare, neanche a dirlo, in stato di abbandono. Il cemento “scoppiato”, come usano definirlo in paese, dei muri si presenta sgretolato con i ferri che iniziano a sporgere in maniera sempre più insistente. Pilastri che ancora sono avvolti nel cellophane e delle scale completano la visione di quella bruttura che offende una comunità intera. Come i 18 alloggi posti a pochi metri di distanza. 

Degli appartamenti costruiti con il sistema “a schiera”, cioè uno a fianco all’altro, che invece di accogliere i cittadini delle case demolite oggi ospita cani randagi. Costruzioni con delle porte in ferro, poste all’ingresso, poco piacevoli a vedersi. La visione peggiora con gli alloggi riservati ai portatori di handicap che oltre a essere stati costruiti in uno spazio che oggi è soggetto a facili allagamenti,  si presentano come un ammasso di cemento quasi fossero dei bunker. Tutto quello che doveva essere portato a compimento già nel lontano 2008 rimane dunque ancora oggi tristemente incompiuto offendendo e costringendo gli abitanti di Ortì Superiore a convivere, loro malgrado, con gli scenari dimenticati di incuria e degrado presenti purtroppo nel luogo già da troppo tempo.

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