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Tre promesse ed un disimpegno per la Basilicata, la Valbasento e Pisticci. 
L’incontro che Massimo D’Alema ha tenuto stamattina nella mensa di Tecnoparco con i lavoratori e le organizzazioni di categoria ha fruttato, innanzitutto, la disponibilità dell’onorevole Pd, nel prossimo eventuale governo di centro sinistra, a portare la questione della zona industriale di Pisticci Scalo alle attenzioni di un tavolo nazionale con l’Eni, dove sarà possibili sfruttare i suoi ottimi rapporti con i vertici dell’Eni, aiutati, quando era ministro degli esterni, a chiudere un lauto contratto in Venezuela. «La questione della Valbasento – ha detto D’Alema – ha radici lontane. Le aree della chimica in Italia sono state sfortunate prima per aver pagato un prezzo elevato in termini ambientali e poi per la crisi del settore. Quello che potremo fare è portare la questione ad un tavolo nazionale, alla presenza dell’Eni, per discutere di un nuovo piano da attuare per questa zona industriale dopo l’attività di bonifica e nell’ottica di un percorso di reindustrializzazione che sia sostenibile dal punto di vista ambientale».
Potrà farlo il nuovo governo, che dovrà essere politico. «Riconosco ai  tecnici – ha spiegato D’Alema – il merito storico di averci liberato dal governo precedente, ma essi non hanno bisogno del voto, mentre la politica chiede voti e, per questo, ha l’obbligo di ascoltare i cittadini. Proseguire sulla strada di governi che non necessitano del voto della gente significa che dopo c’è solo dittatura militare». Detta da un esponente politico che sostiene il governo Monti, la frase ha un certo effetto. Ma in Valbasento si è parlato poco di elezioni e primarie.
D’Alema, con molta chiarezza, ha preso un secondo impegno, questa volta in relazione al riordino delle Province: «L’attuale legge va cambiata, poiché gli effetti che produce sulle regioni mono provinciali come la Basilicata sono paradossali. Provincia e regione non possono sovrapporsi in un’unica sede. Il provvedimento non tiene conto delle diverse realtà del Paese e va cambiato per diventare più flessibile”. Altrettanto chiaro, invece, il disimpegno sul tribunale di Pisticci, la cui soppressione era stata denunciata dal sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, presente al tavolo assieme alla presidente regionale del Pd, Pasquina Bona ed al segretario provinciale del partito, Pasquale Bellitti. Di Trani, per il resto, ha colto l’occasione per ribadire le difficoltà del territorio nel solco del recente intervento portato al tavolo dei consigli comunali congiunti in difesa della provincia di Matera. “L’iniziativa del governo di ridurre i tribunali – ha detto con franchezza D’Alema – è sacrosanta in termini generali. Non conosco la situazione di Pisticci, ma non mi sento di impegnarmi in difesa dei tribunali minori perché condivido lo spirito della riforma”. Il primo cittadino di Pisticci, insomma, incassa, senza nascondere una certa insofferenza, una inequivocabile indisponibilità.
Uno spiraglio, invece, si apre sul tema del rinnovo degli ammortizzatori sociali. “Penso che dovremmo rifinanziarli – ha spiegato D’Alema – almeno come provvedimento ponte in vista di una ripresa economica che non si vede all’orizzonte almeno prima di un altro anno di crisi”.
Prima dell’intervento di D’Alema avevano preso la parola, fra gli altri, Michele Somma di Confindustria Basilicata, Paolo Laguardia di Lega Cooperative, Franco Coppola della Uil, Luigi D’Amico della Ugl, Manuele Taratufolo della Cgil, alcuni lavoratori della Valbasento sia attualmente impiegati che in mobilità, il sindaco di Miglionico Angelo Buono e Domenico Giannance, l’ottantottenne ex consigliere regionale oggi impegnato nel Comitato Difesa Ospedale che, in un primo momento, si era organizzato per far sentire la sua voce all’esterno dei cancelli di Tecnoparco. “Ma ci sono argomenti – ha detto D’Alema – che non entrano nelle mie competenze e per i quali i vostri referenti regionali che sono qui – erano presenti i consiglieri Braia e Dalessandro, oltre ai senatori Antezza, Bubbico e Chiurazzi ndr – hanno sicuramente preso appunti”.
La questione politica viene solo sfiorata, giusto il tempo di ribadire che il “Pd è l’unica alternativa possibile per rappresentare l’Italia e portare in Europa quelle istanze di cambiamento che possano permettere di superare dinamiche di sola austerity. I recenti vagheggiamenti neocentristi non sembrano adeguati a questo compito. Berlusconi, invece, spero che in Europa non ci torni, mentre Grillo non riesco proprio a vedercelo».

Tre promesse ed un disimpegno per la Basilicata, la Valbasento e Pisticci. Massimo D’Alema comincia il tour lucano per le primarie da Pisticci, dalla mensa di Tecnoparco: con i lavoratori e le organizzazioni di categoria ha fruttato, innanzitutto, la disponibilità dell’onorevole Pd, nel prossimo eventuale governo di centro sinistra, a portare la questione della zona industriale alle attenzioni di un tavolo nazionale con l’Eni. Più che contestazione, richiesta di attenzione. «La questione della Valbasento – ha detto D’Alema – ha radici lontane. Le aree della chimica in Italia sono state sfortunate prima per aver pagato un prezzo elevato in termini ambientali e poi per la crisi del settore. Quello che potremo fare è portare la questione ad un tavolo nazionale, alla presenza dell’Eni, per discutere di un nuovo piano da attuare per questa zona industriale dopo l’attività di bonifica e nell’ottica di un percorso di reindustrializzazione che sia sostenibile dal punto di vista ambientale».Potrà farlo il nuovo governo, che dovrà essere politico. «Riconosco ai  tecnici – ha spiegato D’Alema – il merito storico di averci liberato dal governo precedente, ma essi non hanno bisogno del voto, mentre la politica chiede voti e, per questo, ha l’obbligo di ascoltare i cittadini. Proseguire sulla strada di governi che non necessitano del voto della gente significa che dopo c’è solo dittatura militare». Detta da un esponente politico che sostiene il governo Monti, la frase ha un certo effetto. 

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