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CATANZARO – Dopo la serrata del 07 gennaio scorso, si profila sempre più concreta la possibilità che al nuovo sciopero – questa volta di due giorni – previsto per i prossimi 4 e 5 febbraio, ed alla sospensione del cat@hospital, si aggiunga l’interruzione improvvisa del servizio farmaceutico sul territorio. Lo rende noto il Presidente della Federfarma di Catanzaro, Vincenzo Defilippo.   

«A farne le spese – riferisce una nota – sarebbe, purtroppo, ma inevitabilmente, quel considerevole bacino d’utenza che ogni giorno trova nel farmacista sotto casa il professionista al quale affida le proprie sofferenze ma che sembra quasi ignorato da quel governo regionale al quale ha attributo il potere di prendere decisioni così importanti sulla propria vita. Federfarma Catanzaro lamenta, infatti, l’assoluta assenza delle istituzioni regionali in occasione dell’ultima annunciata protesta e sottolinea che ciò si traduce inevitabilmente in disinteresse per la comunità della intera Provincia. Al ritardo dei pagamenti, assestato attualmente a quattro mensilità arretrate (settembre, ottobre, novembre e dicembre 2012), si aggiunge l’amarezza di non aver trovato interlocutori interessati a trattare la soluzione del problema o anche solo ad esprimere solidarietà nei confronti di una categoria da troppo tempo discriminata, soprattutto rispetto ai propri colleghi di altre Aziende sanitarie provinciali della Calabria».  

 «Il governo regionale – prosegue Defilippo nel comunicato – non può più rimanere silente. I farmacisti hanno diritto di sapere che destino debbano avere gli accordi intrapresi che prevedevano l’azzeramento dei debiti entro il 30 giugno 2012. Certo è che ai farmacisti ed alla propria associazione di categoria non è stato riservato neanche quel rispetto ‘di facciatà che non si nega a nessuno. Sono quasi pronti i ricorsi per decreto ingiuntivo destinati a consentire ai farmacisti di recuperare le proprie spettanze, gravando la regione di interessi, oneri accessori e spese giudiziarie. La Corte Costituzionale, che dovrebbe esprimersi entro il mese di marzo sul “blocco dei pignoramenti”, consentirà ai farmacisti di avere per le vie legali e coattivamente quello che, purtroppo, non si riesce ad avere, come si vorrebbe, attraverso il dialogo e la collaborazione». 

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