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Cannizzaro attacca a testa bassa,  Benedetto la difende
Mazzocco si dimettema De Filippo frena
 
POTENZA – Dopo il passo indietro di Agatino Mancusi, indagato per concorso esterno in  associazione mafiosa, Vito De Filippo rischia di perdere un altro tassello della sua giunta. Stavolta, però, a causa della corsa al Parlamento che ha acceso già gli animi e le polemiche. L’assessore all’Ambiente Vilma Mazzocco, capolista alla Camera del “Centro democratico” di Tabacci, ha rimesso nelle mani del governatore le sue dimissioni. 
Una scelta di trasparenza – ha spiegato – «sebbene la mera accettazione della candidatura  non comporti di per sé ineleggibilità o incompatibilità con lo status di assessore regionale». De Filippo, dal canto suo, pur prendendo atto della remissione del mandato, si è riservato di definirne «l’operatività» in base alle esigenze dell’amministrazione regionale. Insomma, bene la scelta di trasparenza e correttezza istituzionale  ma, nell’immediato, la richiesta del governatore è quella di assicurare continuità all’azione della giunta, «per non lasciare inevase le questioni più delicate e urgenti».
La decisione dell’assessore all’Ambiente, tuttavia, non è stata resa pubblica fino a ieri mattina, quando ad attaccarla frontalmente c’ha pensato un altro candidato alle politiche, Michele Cannizzaro, capolista al Senato dei Popolari uniti. «È concreto – ha spiegato l’ex dg del San Carlo di Potenza, già in piena campagna elettorale – il rischio che la Mazzocco finisca per subordinare le sue funzioni amministrative agli impegni di una campagna elettorale che la terrà sempre più lontana dal suo assessorato». Chiedendone, pertanto, le «immediate» dimissioni a nome dei Popolari uniti (partito che, tra l’altro, sostiene la maggioranza alla Regione). E Cannizzaro conclude chiamando in causa lo stesso governatore, perché «in assenza di questo gesto di elementare galateo istituzionale toccherà al presidente della giunta provvedere senza esitazioni a ritirare la delega». 
A distanza di qualche ora, la  Mazzocco ha chiarito la sua posizione, specificando di aver rappresentato al presidente De Filippo la volontà di evitare possibili confusioni tra il suo ruolo di leader di una formazione politica e la responsabilità ricoperta all’interno della Giunta regionale. «Ma De Filippo – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente – ha giudicato comunque prioritario garantire continuità all’azione di governo in una materia così delicata quale l’ambiente». 
Una tempistica un po’ sospetta, che ha suscitato l’ironia dello stesso Cannizzaro, che già precedentemente si era scagliato contro i tre assessori regionali esterni (Mazzocco, Martorano e Mastrosimone) che «costano alla comunità lucana 600.000 euro all’anno» e contro «la deprecabile pratica di pagare con i soldi dei contribuenti i pegni politici dei partiti». «Apprendiamo – ha sostenuto il capolista al Senato dei Popolari uniti – che già nella giornata di ieri l’assessore aveva rassegnato le dimissioni da noi sollecitate: peccato che nell’affanno del doppio impegno, amministrativo e politico, abbia dimenticato di rendere immediatamente noto un atto di tale rilievo, come hanno opportunamente fatto il presidente (dimissionario) e il vicepresidente (autosospeso) del Consiglio regionale. Ad ogni buon conto siamo sicuri che non avrà difficoltà a rendere pubblico il numero di protocollo della lettera di dimissioni, giusto per fugare il sospetto, ovvio in questo clima dilagante di antipolitica, che si tratti della  solita manfrina». Quanto al prolungamento dell’incarico, Cannizzaro si rivolge al presidente De Filippo ricordandogli l’esistenza «dell’istituto dell’interim, da lui già applicato tempestivamente per sostituire il vicepresidente Mancusi».
In difesa dell’assessore Mazzocco è intervenuto il collega di lista Nicola Benedetto, capolista al Senato di Centro Democratico. «Da che pulpito viene la predica – sostiene – non mi pare che Antonio Potenza leader dei Popolari Uniti, già premiato nel 2002 dall’Ulivo con la candidatura e l’elezione alla Camera, del tipo “vinci facile”, nell’allora collegio di Pisticci, successivamente nel 2008, quando tentò l’avventura solitaria al Senato con la sua lista di partito abbia sentito il dovere di dimettersi da assessore regionale alla Sanità». Benedetto ha, inoltre, evidenziato «il comportamento di correttezza etica che ha assunto l’assessore Mazzocco che, nonostante non abbia alcun obbligo, ha rimesso il proprio mandato politico nelle mani del presidente della Regione, poiché candidata alle prossime elezioni politiche. Tutti sanno che la giunta regionale come il governo in carica nel quale pure figurano candidati devono garantire l’amministrazione ed evitare ogni problema soprattutto ai cittadini. E gli stessi giornalisti che hanno partecipato alla conferenza stampa di presentazione delle liste dei candidati del Centro Democratico sono testimoni che Mazzocco ha lasciato la conferenza stampa per partecipare all’audizione in Terza Commissione Consiliare dando priorità al suo ruolo istituzionale». «I Popolari Uniti – ha concluso Benedetto – farebbero bene ad usare altri argomenti di confronto politico invece di ricorrere ai mezzucci pur di far parlare di una presenza elettorale trasparente ed inutile».
Siamo solo all’inizio ma la campagna elettorale già si preannuncia aspra e all’insegna delle polemiche.
an.li.
ProvaProvaProvaProvaProva

POTENZA – Dopo il passo indietro di Agatino Mancusi, indagato per concorso esterno in  associazione mafiosa, Vito De Filippo rischia di perdere un altro tassello della sua giunta. Stavolta, però, a causa della corsa al Parlamento che ha acceso già gli animi e le polemiche. L’assessore all’Ambiente Vilma Mazzocco, capolista alla Camera del “Centro democratico” di Tabacci, ha rimesso nelle mani del governatore le sue dimissioni. Una scelta di trasparenza – ha spiegato – «sebbene la mera accettazione della candidatura  non comporti di per sé ineleggibilità o incompatibilità con lo status di assessore regionale». De Filippo, dal canto suo, pur prendendo atto della remissione del mandato, si è riservato di definirne «l’operatività» in base alle esigenze dell’amministrazione regionale. Insomma, bene la scelta di trasparenza e correttezza istituzionale  ma, nell’immediato, la richiesta del governatore è quella di assicurare continuità all’azione della giunta, «per non lasciare inevase le questioni più delicate e urgenti».La decisione dell’assessore all’Ambiente, tuttavia, non è stata resa pubblica fino a ieri mattina, quando ad attaccarla frontalmente c’ha pensato un altro candidato alle politiche, Michele Cannizzaro, capolista al Senato dei Popolari uniti. «È concreto – ha spiegato l’ex dg del San Carlo di Potenza, già in piena campagna elettorale – il rischio che la Mazzocco finisca per subordinare le sue funzioni amministrative agli impegni di una campagna elettorale che la terrà sempre più lontana dal suo assessorato». Chiedendone, pertanto, le «immediate» dimissioni a nome dei Popolari uniti (partito che, tra l’altro, sostiene la maggioranza alla Regione). E Cannizzaro conclude chiamando in causa lo stesso governatore, perché «in assenza di questo gesto di elementare galateo istituzionale toccherà al presidente della giunta provvedere senza esitazioni a ritirare la delega». A distanza di qualche ora, la  Mazzocco ha chiarito la sua posizione, specificando di aver rappresentato al presidente De Filippo la volontà di evitare possibili confusioni tra il suo ruolo di leader di una formazione politica e la responsabilità ricoperta all’interno della Giunta regionale. «Ma De Filippo – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente – ha giudicato comunque prioritario garantire continuità all’azione di governo in una materia così delicata quale l’ambiente». Una tempistica un po’ sospetta, che ha suscitato l’ironia dello stesso Cannizzaro, che già precedentemente si era scagliato contro i tre assessori regionali esterni (Mazzocco, Martorano e Mastrosimone) che «costano alla comunità lucana 600.000 euro all’anno» e contro «la deprecabile pratica di pagare con i soldi dei contribuenti i pegni politici dei partiti». «Apprendiamo – ha sostenuto il capolista al Senato dei Popolari uniti – che già nella giornata di ieri l’assessore aveva rassegnato le dimissioni da noi sollecitate: peccato che nell’affanno del doppio impegno, amministrativo e politico, abbia dimenticato di rendere immediatamente noto un atto di tale rilievo, come hanno opportunamente fatto il presidente (dimissionario) e il vicepresidente (autosospeso) del Consiglio regionale. Ad ogni buon conto siamo sicuri che non avrà difficoltà a rendere pubblico il numero di protocollo della lettera di dimissioni, giusto per fugare il sospetto, ovvio in questo clima dilagante di antipolitica, che si tratti della  solita manfrina». Quanto al prolungamento dell’incarico, Cannizzaro si rivolge al presidente De Filippo ricordandogli l’esistenza «dell’istituto dell’interim, da lui già applicato tempestivamente per sostituire il vicepresidente Mancusi».In difesa dell’assessore Mazzocco è intervenuto il collega di lista Nicola Benedetto, capolista al Senato di Centro Democratico. «Da che pulpito viene la predica – sostiene – non mi pare che Antonio Potenza leader dei Popolari Uniti, già premiato nel 2002 dall’Ulivo con la candidatura e l’elezione alla Camera, del tipo “vinci facile”, nell’allora collegio di Pisticci, successivamente nel 2008, quando tentò l’avventura solitaria al Senato con la sua lista di partito abbia sentito il dovere di dimettersi da assessore regionale alla Sanità». Benedetto ha, inoltre, evidenziato «il comportamento di correttezza etica che ha assunto l’assessore Mazzocco che, nonostante non abbia alcun obbligo, ha rimesso il proprio mandato politico nelle mani del presidente della Regione, poiché candidata alle prossime elezioni politiche. Tutti sanno che la giunta regionale come il governo in carica nel quale pure figurano candidati devono garantire l’amministrazione ed evitare ogni problema soprattutto ai cittadini. E gli stessi giornalisti che hanno partecipato alla conferenza stampa di presentazione delle liste dei candidati del Centro Democratico sono testimoni che Mazzocco ha lasciato la conferenza stampa per partecipare all’audizione in Terza Commissione Consiliare dando priorità al suo ruolo istituzionale». «I Popolari Uniti – ha concluso Benedetto – farebbero bene ad usare altri argomenti di confronto politico invece di ricorrere ai mezzucci pur di far parlare di una presenza elettorale trasparente ed inutile».Siamo solo all’inizio ma la campagna elettorale già si preannuncia aspra e all’insegna delle polemiche. 

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