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Ad accompagnare i fedeli monsignor  Superbo: «Più attenzione per giovani, poveri e anziani» 
Dal Papa 1.300 pellegrini lucani
 Fedeli tra i fedeli anche Santarsiero, Lacorazza e De Filippo
«CREDERE, riconoscere e testimoniare Cristo figlio del Dio vivente». E’ questo uno dei passaggi più significativi dell’omelia  che l’arcivescovo Agostino Superbo ha pronunciato nel corso della celebrazione eucaristica presieduta nella basilica di San Pietro a Roma, in occasione del pellegrinaggio che la diocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo ha svolto per ringraziare il Santo Padre della visita ‘Ad limina’ dei sei vescovi lucani. Monsignor Superbo ha anche evidenziato come l’attenzione della Chiesa debba essere mantenuta alta «sui giovani affinché non cedano alla disperazione che la mancanza di lavoro può contribuire a far sorgere in loro, nei confronti dei sofferenti e degli anziani, perché non abbiano a sentirsi mai abbandonati o peggio, dimenticati». Una trentina di autobus quelli sui quali i 1.300 fedeli lucani, accompagnati dai parroci, hanno raggiunto la capitale, partendo in serata, giungendo nella primissima mattinata sulla cattedra del Primo Papa. Dopo la messa e la visita alla basilica, il gruppo si è spostato nella adiacente Sala Nervi dove ha ascoltato insieme a gruppi di fedeli provenienti da tutto il mondo la catechesi di Benedetto XVI, tenuta in occasione della udienza generale del mercoledì. Diversi i passaggi significativi. «La prima fondamentale asserzione che il Credo ci presenta è che ‘Egli è Padre’. Tante le difficoltà che si frappongono a un sereno rapporto padre-figli. Discende che è difficile pensare a Dio come Padre e abbandonarsi a Lui con fiducia. Dio ci mostra cosa significa essere davvero Padre, fino a donare il proprio figlio per la salvezza dell’umanità. Dio è Padre perché ci ha scelti e benedetti prima dell’esistenza del mondo, prima della nostra esistenza. Quando sbagliamo strada noi possiamo abbandonarci con fiducia al suo abbraccio misericordioso. L’amore di Dio non si stanca mai, noi possiamo affrontare tutti i momenti di buio e di pericolo basandosi su questa certezza, su quella secondo la quale la volontà del Padre è quella di condurci alla vita eterna. La fede in Dio Padre ci chiede di credere nel Figlio. E’ tenerezza infinita di chi si china su di noi. La nostra fragilità diventa appello alla misericordia del Signore. Dio risponde al nostro appello inviando il Suo Figlio a noi. Noi vorremmo un Dio onnipotente che intervenga per risolverci i problemi: perché tanta sofferenza nel mondo? Come possiamo credere in un Dio Padre e in un Dio onnipotente, dunque? Dobbiamo imparare e conoscere che il pensiero, l’agire, la sua onnipotenza è diversa da quella così come la intendiamo, così come noi la vorremmo. «Dio aspetta la nostra conversione». «Chiediamo al Signore di aiutarci a sostenere e rafforzare la nostra fede testimoniandola a Dio e al prossimo». Benedetto XVI nel suo saluto ai pellegrini, rivolgendosi ai lucani ha ringraziato «quanti si sono prodigati per l’allestimento del suggestivo presepio, collocato in piazza San Pietro, che è stato ammirato dai numerosi pellegrini, e anche da me con grande gioia, quale espressione dell’arte lucana». I pellegrini lucani rinfrancati dalle parole del Papa hanno ammirato il presepe di Artese, che, giova ricordarlo, rimarrà esposto fino al 2 febbraio prossimo.
Benedetto XVI:«Ringrazio quantisi sono prodigatiper l’allestimentodel presepe»
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«CREDERE, riconoscere e testimoniare Cristo figlio del Dio vivente». E’ questo uno dei passaggi più significativi dell’omelia  che l’arcivescovo Agostino Superbo ha pronunciato nel corso della celebrazione eucaristica presieduta nella basilica di San Pietro a Roma, in occasione del pellegrinaggio che la diocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo ha svolto per ringraziare il Santo Padre della visita ‘Ad limina’ dei sei vescovi lucani. Monsignor Superbo ha anche evidenziato come l’attenzione della Chiesa debba essere mantenuta alta «sui giovani affinché non cedano alla disperazione che la mancanza di lavoro può contribuire a far sorgere in loro, nei confronti dei sofferenti e degli anziani, perché non abbiano a sentirsi mai abbandonati o peggio, dimenticati». Una trentina di autobus quelli sui quali i 1.300 fedeli lucani, accompagnati dai parroci, hanno raggiunto la capitale, partendo in serata, giungendo nella primissima mattinata sulla cattedra del Primo Papa. Dopo la messa e la visita alla basilica, il gruppo si è spostato nella adiacente Sala Nervi dove ha ascoltato insieme a gruppi di fedeli provenienti da tutto il mondo la catechesi di Benedetto XVI, tenuta in occasione della udienza generale del mercoledì. Diversi i passaggi significativi. «La prima fondamentale asserzione che il Credo ci presenta è che ‘Egli è Padre’. Tante le difficoltà che si frappongono a un sereno rapporto padre-figli. Discende che è difficile pensare a Dio come Padre e abbandonarsi a Lui con fiducia. Dio ci mostra cosa significa essere davvero Padre, fino a donare il proprio figlio per la salvezza dell’umanità. Dio è Padre perché ci ha scelti e benedetti prima dell’esistenza del mondo, prima della nostra esistenza. Quando sbagliamo strada noi possiamo abbandonarci con fiducia al suo abbraccio misericordioso. L’amore di Dio non si stanca mai, noi possiamo affrontare tutti i momenti di buio e di pericolo basandosi su questa certezza, su quella secondo la quale la volontà del Padre è quella di condurci alla vita eterna. La fede in Dio Padre ci chiede di credere nel Figlio. E’ tenerezza infinita di chi si china su di noi. La nostra fragilità diventa appello alla misericordia del Signore. Dio risponde al nostro appello inviando il Suo Figlio a noi. Noi vorremmo un Dio onnipotente che intervenga per risolverci i problemi: perché tanta sofferenza nel mondo? Come possiamo credere in un Dio Padre e in un Dio onnipotente, dunque? Dobbiamo imparare e conoscere che il pensiero, l’agire, la sua onnipotenza è diversa da quella così come la intendiamo, così come noi la vorremmo. «Dio aspetta la nostra conversione». «Chiediamo al Signore di aiutarci a sostenere e rafforzare la nostra fede testimoniandola a Dio e al prossimo». Benedetto XVI nel suo saluto ai pellegrini, rivolgendosi ai lucani ha ringraziato «quanti si sono prodigati per l’allestimento del suggestivo presepio, collocato in piazza San Pietro, che è stato ammirato dai numerosi pellegrini, e anche da me con grande gioia, quale espressione dell’arte lucana». I pellegrini lucani rinfrancati dalle parole del Papa hanno ammirato il presepe di Artese, che, giova ricordarlo, rimarrà esposto fino al 2 febbraio prossimo.

 

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