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SAN GIOVANNI DI GERACE (REGGIO CALABRIA) – «Sindaco non arriverai a fine mandato». È il contenuto di una inquietante lettera anonima fatta pervenire a Giovanni Pittari, primo cittadino del piccolo centro collinare della Vallata del Torbido, nella Locride. A fianco la scritta vi è il disegno di una croce, onde rendere ancora più esplicito il messaggio. 

La missiva è stata fatta pervenire al domicilio del papà del sindaco. Immediata la denuncia ai carabinieri, i quali stanno eseguendo le indagini sotto le direttive del capitano Marco Comparato della tenenza di Roccella e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri. Si tratta dell’ultimo di una serie di atti intimidatori che hanno visto protagonista, direttamente o indirettamente, il sindaco Pittari, riconfermato nel 2009 per il suo secondo mandato. Tutti iniziati successivamente ad un rimpasto di Giunta. A giugno del 2011 vi furono delle scritte minatorie comparse sui muri del municipio e della casa paterna, a settembre dello stesso anno il rinvenimento, sull’uscio della casa paterna, di una busta con quattro proiettili. Ad inizio estate 2012 arriva una telefonata in municipio con evidenti minacce di morte per il primo cittadino e nell’autunno dello stesso anno Pittari ha ritrovato del carbone davanti l’uscio della propria abitazione di Siderno, ove risiede. Oltre a tutto ciò si è verificato un incendio doloso nel piazzale dell’ex mattatoio adibito a deposito di rifiuti ingombranti, un sabotaggio all’autocompattatore adibito alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, un tiro al bersaglio con armi da fuoco contro l’edificio scolastico.
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