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CATANZARO – La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio al termine dell’inchiesta su una presunta illecita agevolazione nei confronti di una cooperativa che, non venendo sottoposta ai dovuti controlli, continuò la sua attività nonostante la struttura non fosse idonea al punto da essere in seguito sottoposta a sequestro. Il sostituto procuratore titolare del caso, Carlo Villani, dopo l’avviso di conclusione indagini dello scorso 14 febbraio ora ha chiesto che vengano mandati sotto processo Bernardo Cirillo, direttore sanitario dell’Unità operativa Medicina del Lavoro – Spisal – dell’Azienda sanitaria di Catanzaro, e Giuseppe De Vito, direttore dell’Unità operativa igiene e sanità pubblica – Uoisp -, entrambi indagati per concorso in abuso d’ufficio e falso. Al centro delle indagini la «Cooperativa Meridionale Laterizi Antiche Terre» che, negli ultimi mesi del 2008, non avrebbe ricevuto le necessarie e doverose visite ispettive per le verifiche della sicurezza dei luoghi di lavoro. 

Cirillo, secondo le ipotesi d’accusa, «omise di incaricare personale dello Sisal, unico competente» ad effettuare i controlli, ma delegò verbalmente De Vito, «del diverso ufficio Uoisp – precisa il pm -, a svolgere il controllo ispettivo presso i locali della predetta s.c.a.r.l., controllo che si concludeva con la redazione di un atto falso». Atto in cui si affermava che presso i locali della «Cooperativa Meridionale Laterizi Antiche Terre» «erano stati eseguiti i lavori di ristrutturazione igienico sanitaria all’epoca richiesti». La nota, sempre secondo le accuse, sarebbe stata «assolutamente falsa, poichè in data 6 aprile 2009 lo Sisal dell’Asp di Catanzaro rilevava luoghi e attrezzature non idonee alla sicurezza sui luoghi di lavoro tanto da denunciare il rappresentante legale della predetta società cooperativa per ben 5 ipotesi di reato e sottoporre a sequestro preventivo d’urgenza (poi convalidato dall’autorità giudiziaria) tutta la struttura prima ritenuta idonea da De Vito». La parola adesso passa al giudice dell’udienza preliminare che dovrà decidere se e chi mandare sotto processo dopo il confronto in aula fra accusa e difesa.
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