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REGGIO CALABRIA – Prima il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, poi quello dell’Autorità portuale, Giovanni Grimaldi, quindi anche la vicepresidente della Giunta regionale, Antonella Stasi, e al comandante della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, Diego Tomat. Si allarga a macchia d’olio il numero di persone a cui sono state indirizzate alcune lettere di minaccia. Missive tutte uguali, con la frase scritta al computer «Ammazzeremo voi e la vostra famiglia se a Gioia Tauro costruiranno il rigassificatore noi non lo voglia». Chiaro, dunque, il riferimento all’imponente opera prevista nel reggino, mentre il documento è firmato Movimento Calabria Libera San Ferdinando. Pare che le minacce siano state rivolte a tutti i rappresentanti istituzionali che lo scorso 23 marzo, in occasione della riunione del comitato portuale a Gioia Tauro, hanno deliberato a maggioranza la concessione dell’area sulla richiesta di concessione demaniale avanzata dalla società «Lng Medgas Terminal». Altra lettera di minacce, con lo stesso contenuto, è stata recapitata anche al presidente della Camera di commercio di Reggio Calabria Lucio Dattola. Il 6 marzo scorso, in occasione della manifestazione di protesta organizzata in concomitanza con la riunione del Comitato portuale che doveva decidere sulla realizzazione del rigassificatore, Dattola era stato strattonato ed era caduto. Solo l’intervento della polizia consentì a Dattola di entrare negli uffici del’Autorità portuale.

 
Per quanto riguarda quella di Raffa, la busta, affrancata ma priva di annullo postale, conteneva un foglio con il seguente messaggio: «Ammazzeremo voi e la vostra famiglia se a Gioia Tauro costruiranno il rigassificatore noi non lo voglia», così come quella di Grimaldi. Lo scorso 23 marzo, in occasione della riunione del comitato portuale a Gioia Tauro, è stata deliberata a maggioranza, col voto favorevole anche del presidente Raffa, la concessione dell’area sulla richiesta di concessione demaniale avanzata dalla società «Lng Medgas Terminal». La busta e il suo contenuto sono stati sequestrati dal personale della Polizia, che ha avviato indagini in merito. Tutti hanno presentato denuncia alle autorità competenti. 
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