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CROTONE – Con la costituzione della Cooperativa sociale Terre Joniche, destinataria della gestione dei terreni confiscati alla ndrangheta nei comuni di Isola di Capo Rizzuto e Cirò, si è conclusa la prima fase del progetto «Libera Terra Crotone», realizzato grazie al contributo di Fondazione Telecom Italia. Un percorso – si legge in un comunicato stampa di «Libera» e Telecom – avviato nel settembre 2010, con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa da parte delle istituzioni pubbliche, Ministero degli Interni, Regione Calabria, Provincia di Crotone, Comuni di Isola di Capo Rizzuto e Cirò, Agenzia Nazionale per i beni confiscati, Libera, le organizzazioni agricole che operano sul territorio (CIA, Copagri, Acli Terra, Confagricoltura, Coldiretti), il Consorzio Libera Terra Mediterraneo, l’Agenzia Cooperare con Libera Terra e Legacoop Agroalimentare. In particolare, – si evidenzia – nei tre anni di percorso verso la costituzione della cooperativa molteplici sono state le attività messe in campo: dagli interventi colturali, lavorazione e sistemazione dei terreni confiscati alla realizzazione di corsi di formazione territoriali, dall’organizzazione di campi estivi di volontariato sui terreni confiscati all’acquisto di attrezzature agricole. La tappa fondamentale di questo percorso di corresponsabilità è segnata da una data, 31 gennaio 2013, giorno in cui si è costituita la Cooperativa Sociale Terre Joniche che è pronta oggi per una nuova sfida: lavorare per dare concretezza al progetto di impresa sociale sui terreni confiscati, coltivando colture di seminativo costituite da orzo, grano e legumi. Nella fase di avvio ancora una volta – continua il comunicato –  si è rivelato di fondamentale importanza il contributo di Fondazione Telecom Italia, relativamente all’acquisto delle attrezzature necessarie per la lavorazione dei terreni. La cooperativa infatti, sin dal suo insediamento, ha dovuto avviare attività produttive sui terreni che sono state possibili grazie alla possibilità di acquistare un trattore ed altri accessori indispensabili per la lavorazione dei terreni: tutti interventi fondamentali per le attività colturali, in quanto hanno consentito di avviare la conversione dei terreni a regime di biologico e permettono alla cooperativa di realizzare produzioni certificate già a partire dal primo anno di attività». «Il percorso realizzato in Calabria – ha detto il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti – è la dimostrazione che insieme si può fare, dove il «noi» vince sul potere criminale. Un ‘noì umile, attento, ricco della partecipazione e del protagonismo di tante realtà. Un progetto che concilia l’etica e l’estetica, il bello e il giusto e che si concretizza in quei prodotti freschi di libertà e di responsabilità. Con il contributo di tutti si è riusciti a voltare pagina a dimostrazione che chi semina raccoglie i frutti del proprio impegno». Per Marcella Logli, segretario generale della fondazione,, «la presenza di Fondazione Telecom Italia nel progetto «Libera Terra Crotone» ha dichiarato è motivo di orgoglio e consapevolezza di essere sulla giusta strada, quella della ricerca di legalità e giustizia unite alla concreta possibilità offerta a dei giovani calabresi di costruire il proprio futuro in maniera piena ed autonoma. Ringraziamo «Libera «e tutti i suoi rappresentanti per la determinazione nel portare avanti un progetto così ambizioso, difficile e giusto».

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