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POTENZA – Per quattro la decisione era attesa già ieri, ma in mattinata alle loro istanze se ne sono aggiunte altre due, così è slittata di un giorno. A meno di sorprese. Dopodiché – sempre a meno di sorprese – tutti e sei i consiglieri regionali ancora colpiti dal divieto di dimora nel capoluogo dovrebbero tornare liberi come prima di andare e tornare quando vogliono nell’aula del parlamentino lucano. Nonostante le accuse e la conferma dei gravi indizi da parte del Tribunale del riesame. E’ l’effetto annunciato di quello che qualcuno ha già ribattezzato il “lodo Mancusi”, per cui martedì scorso il gip Luigi Spina ha revocato l’ordinanza di misure cautelari per il consigliere Agatino Mancusi (Udc), primo a restituire le somme “contestate” nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi pazzi dei membri dell’assise di via Verrastro. Dopo di lui la scorsa settimana hanno presentato una nuova istanza al gip, corredata dalla prova dell’avvenuto bonifico alla Regione di una cifra pari a quella sequestrata sui rispettivi conti corrente, i consiglieri: Rocco Vita (Psi), Antonio Autilio (Idv), Alessandro Singetta (Misto), Paolo Castelluccio (Pdl). Ieri infine è stato il turno di Nicola Pagliuca (Pdl) e Mario Venezia (FdI). Riluttante l’unico ex consigliere che figura tra i nomi dei destinatari di una misura cautelare personale, Vincenzo Ruggiero, ex Udc ma candidato alle scorse politiche con La destra, a cui peraltro viene contestata la cifra maggiore tra tutti gli indagati, pari a circa 26mila euro. Per il medico di Valsinni, che risulta assunto all’Azienda sanitaria di Matera e “comandato” al dipartimento regionale alla salute, il gip ha infatti disposto il divieto di dimora nel suo paese dove risulta anche presidente del Consiglio comunale. «C’è già un sequestro per quegli importi sui conti corrente del mio assistito». Spiega il suo avvocato, Nuccio Labriola. «Che cosa cambia se vengono restituiti o meno? Non si può credere davvero che qualcuno sia considerato pericoloso in quanto consigliere comunale. Peraltro se l’accusa ruota sui compensi per la sua collaboratrice Ruggiero ha già ammesso di averla retribuita anche di più di quanto indicato». Perciò nessuna concessione. Nemmeno rispetto alle perplessità degli inquirenti, poi raccolte dal gip, rispetto alla reale natura della collaborazione in questione, data la relazione sentimentale intercorsa tra l’ex consigliere e la “portaborse” come ammesso da lei stessa, che ha anche aggiunto di considerarsi «un’attivista di Ruggiero», ma all’insaputa del marito. Oltre ai 7 sottoposti a divieto di dimora, restano sequestrate somme tra i 5 e i 13mila euro sui conti corrente di un altro consigliere, Franco Mollica (Udc) e 4 ex: Antonio Flovilla (Udc), Antonio Potenza (Popolari), Antonio Tisci (Pdl) e Innocenzo Loguercio. Mentre altri 22, incluso il governatore Vito De Filippo e tutti i membri della nuova e della vecchia giunta risultano indagati per episodi considerati meno gravi. L’inchiesta di finanza, carabinieri e polizia coordinati dai pm Sergio Marotta e Francesco Basentini ha preso di mira i rimborsi per le spese dei gruppi consiliari e quelle di segreteria e rappresentanza dei singoli membri del parlamentino lucano tra il 2009 e il 2010, ma non è escluso che a breve possa estendersi anche agli anni precedenti. 

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