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Reggio Calabria, 28 giu. – Pochissimi gli sconti concessi dalla Seconda sezione penale della Corte d’appello di Reggio Calabria, presidente Rosalia Gaeta, Guliana Campagna e Adriana Costabile consiglieri, nei confronti degli imputati del processo scaturito dall’operazione denominata “Urbanistica”, nata dall’inchiesta sulle concessioni edilizie da parte di alcuni funzionari e impiegati del comune capoluogo. La Corte ha dichiarato il non diversi procedere nei confronti di Pietro Paolo Condò per prescrizione, ed ha assolto Giuseppe Melchini e Marilena Mastrandrea limitatamente alla condotta di alterazione dei permessi di costruire interni all’ufficio urbanistica per non aver commesso il fatto. 
La Corte, quindi, ha così rideterminato le pene inflitte in primo grado: Giuseppe Melchini 7 anni e 8 mesi di reclusione (8 anni in primo grado); Marilena Mastrandrea 2 anni pena sospesa (3 anni in primo grado); Antonio Demetrio Artuso 5 anni (6 anni in primo grado); Giovanni Tornatola 4 anni (5 anni in primo grado). La Corte ha concesso la sospensione condizionale della pena ad Antonio Smeraldo, revocando l’interdizione legale e quella perpetua dai pubblici uffici inflitta a Giovanni Tornatola, applicando allo stesso l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Confermate le condanne inflitte in primo grado a Pasquale D’Ascoli (6 anni e 6 mesi), Carmelo Lo Re (6 anni) e Francesco Calì (5 anni e 6 mesi). 

REGGIO CALABRIA – Regge l’impianto dell’accusa nel processo scaturito dall’operazione denominata “Urbanistica”, nata dall’inchiesta sulle concessioni edilizie da parte di alcuni funzionari e impiegati del comune capoluogo dello Stretto. Pochissimi gli sconti concessi dalla Seconda sezione penale della Corte d’appello di Reggio Calabria, presidente Rosalia Gaeta, Guliana Campagna e Adriana Costabile consiglieri, nei confronti degli imputati. 

La Corte ha dichiarato il non diversi procedere nei confronti di Pietro Paolo Condò per prescrizione, ed ha assolto Giuseppe Melchini e Marilena Mastrandrea limitatamente alla condotta di alterazione dei permessi di costruire interni all’ufficio urbanistica per non aver commesso il fatto. La Corte, quindi, ha così rideterminato le pene inflitte in primo grado: Giuseppe Melchini 7 anni e 8 mesi di reclusione (8 anni in primo grado); Marilena Mastrandrea 2 anni pena sospesa (3 anni in primo grado); Antonio Demetrio Artuso 5 anni (6 anni in primo grado); Giovanni Tornatola 4 anni (5 anni in primo grado). La Corte ha concesso la sospensione condizionale della pena ad Antonio Smeraldo, revocando l’interdizione legale e quella perpetua dai pubblici uffici inflitta a Giovanni Tornatola, applicando allo stesso l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Confermate le condanne inflitte in primo grado a Pasquale D’Ascoli (6 anni e 6 mesi), Carmelo Lo Re (6 anni) e Francesco Calì (5 anni e 6 mesi). 

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