X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

POTENZA – Questione ticket. E’ polemica. Nonostante i cittadini da oggi risparmiamo. Ma il provvedimento è stato criticato dai partiti e anchda associazioni di categoria. Interviene a fare chiarezza l’assessore regionale Attilio Martorano: «Posso dire nel merito che eravamo tutti d’accordo che il ticket fosse una misura gravosa per i cittadini. Ma val bene ribadirlo che il ticket fu introdotto dal governo nazionale e noi lo abbiamo provato a rimodulare provando a fare un’operazione di riequilibrio basandolo sulla complessità della prestazione che veniva richiesta. Non sul reddito: quel ticket non permetteva  la possibilità di fare un’esenzione per reddito.  Si trattava di una spesa iniqua».

E come si è proceduto?

«Noi piuttosto che pensare a ulteriori modifiche lo abbiamo provato a eliminare del tutto Ovviamente ha comportato un lavoro notevole che ha richiesto anche del tempo.  Ma è stato possibile perchè il bilancio della Sanità lucana ha dimostrato che il lavoro che si era fatto sulla riorganizzazione ha comportato un risparmio enorme. Noi ormai siamo in equilibrio e possiamo ragionare, nonostante i vincoli nazionali, su scelte importanti. Per questo siamo riusciti ad avere il via libera dal Ministero alla Salute e quello all’Economia sulla eliminazione del ticket della specialistica attraverso la rimodulazione del ticket sui  farmaci».

Cosa succede quindi ora?

«Di sicuro il ticket sulla specialistica non c’è più. Non si paga più e il medico non deve certificare nulla e il cittadino non deve dimostrare niente. Si torna a pagare quello che si pagava dal 1996 e cioè i 36 euro e 15 centesimi come è sempre stato. Il secondo passaggio importante è che questa misura passa attraverso un ulteriore rimodulazione del ticket sulla farmaceutica e cioè sulla prescrizione dei farmaci. Prima si pagava 1 euro, 2 euro e 2,5 euro in base al reddito Isee. Questo significava che i cittadini dovevano andare alla Asl e farsi rilasciare un’attestato che in base al reddito dimostrava l’esenzione o la fascia di pagamento. Oggi invece si paga 1 euro o 2 euro. Uno se si ha un reddito inferiore agli 8 mila e 530 euro all’anno più circa 500 euro per ogni figlio a carico. Se invece il reddito è superiore si paga 2 euro. Nel fare questo abbiamo pensato che invece di costringere i cittadini ad andare all’Asl si poteva procedere con lo strumento dell’autocertificazione che avviene direttamente dal medico al momento della compilazione della ricetta attraverso la domanda del medico e la firma che significa assunzione di responsabilità da parte del cittadino».

E ai medici che dicono di non voler essere degli esattori?

«Mi pare una polemica inutile. Non sono loro che devono incassare i soldi. Devono solo chiedere al cittadino se il loro reddito è sopra o sotto gli 8 mila e 530 euro».

Sarebbero dunque strumentalizzazioni?

«Non le sfugge che il segretario della Fimmg è un militante dei Popolari uniti. Quindi è chiaro che c’è della politica in queste cose. La cosa sinceramente non mi interessa molto. Mi interessa invece non dare ai cittadini una informazione sbagliata. Non mi pare che ci siano tante complessità tecniche nel nuovo metodo dell’autocertificazione. Non vedo il problema. E non capisco nemmeno chi dice che dovevamo rinviare di un mese il provvedimento per dare il tempo di capire la novità».

Non è così?

«Io dico che posso rinviare di un mese se dovevo introdurre un ticket e quindi posso decidere se rinunciare a un incasso. Ma se invece il ticket deve essere eliminato e io ho l’autorizzazione che è arrivata una settima fa dal ministero ho l’obbligo di non perdere nemmeno un minuto per non sfavorire i cittadini. Cioè io avrei dovuto dire ai cittadini di rinunciare a risparmiare per un mese perchè dovevo spiegare tutto ai medici. Ma stiamo scherzando? Hanno ragione i medici che c’è stato poco tempo ma tutto per favorire i cittadini a fronte di qualche problema che per me rimane minimo».

Ci sono anche i farmacisti…

«C’è una certa rigidità al cambiamento. Capita ogni volta. Ed è una polemica continua. Ma dico che me le prendo volentieri queste polemiche se poi tutto questo giova al cittadino».

Comunque  ci sono posizioni diverse espresse anche su i social network…

«Non nascondiamoci dietro a un dito. L’eliminazione del ticket può dare adito a qualcuno di pensare che sia un vantaggio politico. A me francamente non interessa. Mi sono preso tutta la polemica sui ticket quando associazioni e partiti hanno cercato di mistificare la realtà addossando la responsabilità sulla Regione o meglio su Martorano nonostante fosse un provvedimento  nazionale. Oggi che invece siamo riusciti a toglierlo c’è  ancora chi critica. E’ chiaro che c’è una strumentalizzazione politica anche da parte di chi vuol prendersi il merito. A me in ogni caso interessa che i cittadini non paghino il ticket. Poi le polemiche strumentali le lascio agli altri».

s.santoro@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE