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ALLA FINE fiumi di parole sono caduti nel vuoto. La Corte Costituzionale ha bocciato il decreto cosiddetto “Salva Italia” che conteneva e prevedeva anche la riduzione delle Province perchè un simile provvedimento di riordino non può essere fatto per decreto.

La Basilicata destinata a veder ridotta la propria presenza ad una sola Provincia e che si apriva anche ad un dibattito interno su quale dovesse essere la propria Provincia unica e quale fosse il proprio destino di regione, ha vissuto mesi difficili che non avevano motivo di essere. Fiumi di parole, incontri, accuse, contraccuse, cortei e campanilismi vari che hanno rischiato e finito per avere il sopravvento. In realtà non si stava discutendo di nulla perchè quel decreto non si poteva fare. Uscita dall’imbarazzo politico che evidentemente poteva sopraggiungere e definiti i tempi tecnici necessari per la decisione la Corte Costitituzionale ha dato il suo verdetto e meno male che la politica, (per  un provvido caso del destino), aveva avuto modo di evitare ben prima qualsiasi rischio di abolizione delle Province. Chissà cosa sarebbe successo se quella parte del decreto fosse andata avanti, fosse stata approvata. Avremmo dovuto fare un passo indietro ancor più pericoloso.

Oggi scopriamo che potevamo  risparmiarcelo, evitando magari in una realtà come quella lucana una sorta di lotta intestina in cui ognuno ha provato fino in fondo a difendere la propria parte. La provincia di Matera è caduta e risorta più volte, ha spaccato e messo contro interi pezzi istituzionali della regione, ha dovuto anche fare un corteo per difendere un pezzo di territorio ed una realtà produttiva. Oggi la Corte Costituzionale dice che le dispute che sono nate sulla Provincia unica lucana (non solo su quella ovviamente ma è il caso che ha interessato e appassionato per mesi), sulle scelte dei Consigli comunali e su quelle del Consiglio regionale non hanno avuto motivo di esistere. Perchè c’era un decreto che non ci poteva essere. Che  a suo tempo il Governo Monti con l’allora ministro Patroni Griffi, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Governo Letta avevano seguito una strada sbagliata. La Corte Costituzionale ha detto chiaramente che “abbiamo scherzato”.

Non in questi termini ma la libera interpretazione permette anche di leggerla così. Chi non ricorda la “raccolta firme per andare in Puglia”, il referendum che si provava ad approvare per spostare Matera in Puglia, la voglia di allargare la provincia a Comuni pugliesi e calabresi. Una mobilitazione per spostare i confini dello regioni, fondata su un errore perchè serviva una legge costituzionale e non un decreto per farlo. In molti lo dicevano, in tanti lo sapevano ma i mesi son passati ugualmente. Non avevamo proprio di meglio da fare?

p.quarto@luedi.it

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