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POTENZA – Ognuno ha pagato per sè, ma la fattura è finita a Rosa Gentile, e il presidente di Acquedotto lucano, all’epoca assessore regionale alle infrastrutture, se l’è fatta rimborsare per intero tra le sue spese di rappresentanza.

Ruotano attorno a un pranzo organizzato per scambiarsi gli auguri di Natale gli ultimi interrogatori dei militari della guardia di finanza di Potenza. Nelle scorse settimane gli investigatori del team coordinato dai pm Sergio Marotta e Francesco Basentini hanno riaperto gli scatoloni dove è custodita la documentazione sequestrata a ottobre dell’anno scorso nell’ufficio di presidenza del parlamentino lucano. Si tratta della stessa per cui il 24 marzo sono scattate le misure cautelari per 16 persone, tra attuali consiglieri ed ex, e a fine maggio per 36 di loro sono partiti gli avvisi di conclusione delle indagini. Tra questi il nome di Rosa Gentile non c’era, ma se quanto emerso più di recente venisse confermato potrebbe aggiungersi a breve. In gergo si chiama riunione dei procedimenti.

Cosa abbia fatto ripartire i controlli sulla contabilità delle spese di segreteria e rappresentanza dell’ex assessore regionale resta un aspetto misterioso della vicenda. Quello che è certo, invece, è che a essere chiamati come persone informate sui fatti sono stati diversi dipendenti del dipartimento ma anche di Acquedotto lucano. Tutti ospiti di una grande tavolata imbandita alla “Fattoria sotto il cielo”, hotel ristorante ricavato da un piccolo monastero in contrada Petrucco di Pignola, lungo la strada che dal lago del Pantano sale sul monte Pano fino a oltre mille metri sul livello del mare. Un ambiente ricercato immerso nella natura, piacevole d’estate se uno trova ristoro con un bagno in piscina, ma anche d’inverno quando la neve copre tutto di bianco. E così dev’essere stato il 17 dicembre del 2010, con gli alberi e le montagne velate dal gelo sceso dal nord proprio in quei giorni che avvolgeva l’Italia intera.

Davanti alle fiamme gialle impiegati, funzionari e dirigenti hanno ricordato senza alcuna difficoltà l’occasione, voluta dall’assessore e organizzata dai suoi collaboratori. Non tutti tra quelli che l’hanno preceduta e quelli che hanno preso il suo posto dopo di lei hanno mostrato la stessa iniziativa. Anche l’idea di fare alla “romana” dava proprio il senso di abbattere per un giorno le gerarchie che regolano l’organizzazione degli uffici. Tutti alla pari, lasciando il lavoro fuori, per fare squadra, scambiarsi gli auguri e provare a parlare d’altro, presi dallo spirito del Natale e un buon bicchiere di rosso. Per gradire? Menù fisso a 30 euro, riscossi dallo staff della dottoressa. Qualche decina le adesioni: c’è chi ricorda 20, chi più del doppio. Perciò il conto si aggirerebbe tra i 1000 e i 1500 euro.

Questo è quanto è stato messo a verbale da chi quel giorno c’era. Chiaro quindi che qualcosa non va, se l’unica fattura per tutti gli ospiti paganti è finita tra gli scontrini rendicontati dall’ex assessore per giustificare il contributo per «l’esercizio del mandato senza vincolo di mandato» riconosciuto sia ai consiglieri regionali che ai membri “tecnici” della giunta, nominati direttamente dal presidente. Circa 2.600 euro al mese che con la vecchia legge andavano sommati all’indennità di carica e alla diaria. Ma con l’obbligo di documentare quanto speso. Sempre a meno che la stessa non abbia provveduto a restituire la quota di 30 euro a tutti.

Rosa Gentile è originaria di Rotondella e materana d’adozione. Direttore tecnico di un’ente di formazione, presiede dal 1995 Confartigianato Matera e dal 1997 al 1999 è stata componente del consiglio d’amministrazione dell’ente bilaterale Ebab di Basilicata, dell’Interfidi della Camera di Commercio di Matera e presidente di Cofidartigiani. Diversi gli incarichi svolti sempre in seno alla Camera di Commercio di Matera: da presidente provinciale e regionale del comitato per l’imprenditoria femminile a vice presidente dello stesso ente camerale, a componente del direttivo e del comitato di presidenza di Unioncamere Basilicata. In rappresentanza della Regione Basilicata dal 1997 al 2000 è stata consigliere nazionale di Confartigianato e componente della commissione provinciale Inps di Matera. Inoltre nel 2000 è entrata a far parte della giunta nazionale “Donna Impresa” di Confartigianato, diventandone presidente nel 2008. Dal 2005 ad oggi è componente nazionale del Comitato di parità del Ministero del Lavoro. Quindi dal 2010 a fine gennaio 2012 è stata assessore alle Infrastrutture della Regione Basilicata, e ad aprile dello stesso anno è stata nominata presidente di Acquedotto lucano spa. Infine, soltanto a dicembre dell’anno scorso è stata designata come vicepresidente nazionale di Confartigianato, con delega alle politiche per il mezzogiorno.

Era tra i pochi passati indenni attraverso la prima fase dell’inchiesta sui rimborsi per le spese di segreteria e rappresentanza dei singoli membri di parlamentino e giunta lucani, e quelli per l’attività politica dei gruppi consiliari. «La maggior parte delle spese richieste a rimborso dall’assessore – scrivevano finanza e carabinieri nella scheda a lei intestata inviata in procura agli inizi di febbraio – riguardano ristorazioni sostenute sia singolarmente che per gruppi di persone in diversi ristoranti/pizzerie dei comuni di Matera, Metaponto e Potenza. Dall’esame delle stesse non sono emerse situazioni degne di rilievo». In più aggiungevano che «l’Assessore ha prodotto dichiarazioni (…) nelle quali ha ricondotto le spese di ristorazione in questione a singoli eventi o incontri politico-istituzionali». Tanto era bastato, oltre a un controllo incrociato di regolarità contabile nei registri dei vari ristoranti, per allontanare i sospetti da lei, a parte qualche dubbio residuo sull’ammissibilità a rimborso del premio di una polizza assicurativa per la responsabilità civile dei funzionari pubblici. «Dubbi» sul fatto che la spesa potesse «rientrare in quelle di segreteria e rappresentanza ammissibili a rimborso le quali, invece, sembrano essere più strettamente connesse alla responsabilità personale quale dipendente della pubblica amministrazione, nel case di specie come Assessore Regionale». Eppure scacciati, a quanto pare, dal dato insuperabile di «una normativa di riferimento poco chiara» a riguardo.

 

Le ipotesi dei pm potentini e lo spettro della Corte dei conti

Falso e peculato. Sono le ipotesi di reato formulate dai pm di Potenza, Sergio Marotta e Francesco Basentini, coordinati dal procuratore Laura Triassi nei confronti di 36 tra consiglieri ed ex consiglieri regionali, a cui nei prossimi giorni potrebbe aggiungersi anche l’ex assessore Rosa Gentile. In pratica ognuno di loro è accusato di aver intascato in maniera indebita (peculato) i contributi per le spese di segreteria e rappresentanza e quelli per l’attività politica dei gruppi, che poi venivano “girati” ai singoli membri. In totale quelli erogati superano il milione e mezzo di euro all’anno (un milione i primi, mezzo i secondi). Mentre al centro delle contestazioni dei pm ne sono finiti “soltanto” 200mila, spalmati su due anni tra il 2010 e 2011, che sono quelli analizzati da carabinieri, finanza e polizia. A ognuno dei consiglieri viene inoltre contestato di aver attestato circostanze non corrispondenti al vero nella rendicontazione relativa ai contributi per le spese di segreteria e rappresentanza percepiti in maniera indebita, che veniva depositata periodicamente nell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, con le modalità previste dalla legge che ha istituito il rimborso e dai regolamenti attuativi. Dopo la chiusura dell’inchiesta penale gli atti sono stati trasmessi alla procura della Corte dei conti che starebbe valutando di allargare gli accertamenti anche agli anni precedenti, e di procedere al recupero non solo dei 200mila euro già contestati dai pm ordinari, ma di tutte le spese non strettamente coerenti al mandato istituzionale, oltre che del danno d’immagine causato alla Regione.

l.amato@luedi.it

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