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REGGIO CALABRIA – Due latitanti, Giovanni Morabito e Domenico Scordo, di 42 e 32 anni, si sono costituiti ai carabinieri di Africo, nel Reggino. I due erano ricercati dal 10 giugno scorso nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Nuoro che ha portato all’arresto di 26 persone tra cui il bandito sardo Graziano Mesina. Morabito e Scordo, sfuggiti all’arresto durante l’operazione, sono accusati di aver fornito ingenti quantitativi di droga all’organizzazione criminale sarda. 

L’organizzazione criminale sulla quale si è abbattuta l’operazione condotta dai carabinieri di Nuoro era legata a doppio filo con la cosca dei Morabito-Bruzzaniti di Africo, nella Locride. Quando i militari dell’Arma si sono presentati nelle loro abitazioni per arrestarli non li hanno trovati. Non è chiaro se si fossero nascosti o se fossero fuori per affari. In ogni caso, al momento sono ricercati. 
Stando a quanto emerso dall’inchiesta, nel gennaio 2010 Giovanni Morabito è sbarcato all’aeroporto di Cagliari dove ad aspettarlo c’era Gino Milia, braccio destro di Mesina, che lo ha accompagnato in diverse località della Sardegna. Scrive inoltre il gip nell’ordinanza di custodia cautelare: «Da un’importante conversazione telefonica tra Milia e Lukay Kastriot (albanese indagato assieme a Mesina e presunti complici, ndr) intercettata pochi giorni dopo emergono gravi indizi che Milia in questa circostanza abbia spostato due chili della droga da restituire ai calabresi». I contatti tra l’organizzazione del più famoso bandito sardo e la ‘ndrina radicata anche nel Milanese erano molto intensi. Nulla però ha ammesso “Grazianeddu” Mesina nel corso dell’interrogatorio di garanzia avvenuto oggi. Ha detto come si chiama, solo le sue generalità, al Gip del Tribunale di Nuoro, ma subito dopo si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti alle accuse, mosse alla sua banda, di traffico di droga, estorsioni, furti, rapine.
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