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1. Nei quattro tavoli tecnici di luglio le parti hanno preso atto che – rispetto al piano industriale illustrato  -gli esuberi annunciati vanno considerati   strutturali

 2.I tavoli del 5 settembre e il prossimo del 16, puntano a soluzioni congiunte per ristabilire condizioni di competitività del Gruppo in Italia e gestire gli esuberi per minimizzare  l’impatto sociale sul territorio    

 3.Tra le ipotesi presentate c’è il rientro in Italia di alcune produzioni  realizzate nello stabilimento rumeno del Gruppo. Il progetto, da  verificare nella sua sostenibilità economica e  attuabilità, è subordinato a   fattori che andranno affrontati dalle parti.  Al riguardo l’Azienda smentisce  categoricamente di aver mai sostenuto che per il rientro in Italia di parte delle produzioni   oggi in Romania occorra riconoscere ai lavoratori le stesse condizioni economiche rumene. La posizione aziendale – dettata dal buon senso –  è esplorare tutte le  soluzioni per contenere i costi e rendere possibili in Italia produzioni che non lo sono.

 4.Presupposto indispensabile è lo sforzo sinergico, ciascuno per i propri ambiti, di tutti gli attori di questa complessa trattativa: Istituzioni, sindacati e Azienda. Governo e Regioni, attraverso interventi finalizzati alla riduzione del costo del lavoro e all’attuazione dell’Accordo di Programma che renda appetibile l’inizio di nuove attività imprenditoriali.  L’Azienda, impegnandosi a riportare in Italia parte delle produzioni estere e a sostenere il maggior costo dell’operazione. I Sindacati, proseguendo nella strada del dialogo e del confronto, nel percorso istituzionale concordato.

 5.Far passare questa disponibilità per un ricatto verso i propri collaboratori offende la storia dell’azienda e del suo fondatore (che ha sempre posto al centro delle sue strategie d’impresa la responsabilità sociale), vanifica lo sforzo per rendere possibile quest’opzione e compromette la riuscita della trattativa in cui migliaia di famiglie ripongono aspettative e speranze.

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