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BAGNARA (RC) – Dopo la condanna in secondo grado alla pena di 2 anni e 8 mesi di carcere per il reato di corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose nell’ambito del processo “Reale”, per l’ex consigliere regionale Santi Zappalà, 53 anni, arriva anche il provvedimento di confisca di beni e l’importo ammonta ad oltre 14 milioni di euro. A portare a compimento il procedimento sono stati i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Reggio Calabria assieme al Gico della Guardia di Finanza che hanno notificato a Zappalà il provvedimento di confisca beni e di sottoposizione alla sorveglianza speciale della Pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di 3 anni. Il valore dei beni sottoposti a provvedimento ablativo ammonta a 14 milioni di euro circa.

L’arresto di Zappalà, all’epoca dei fatti consigliere in quota Pdl, fu eseguito nell’ambito dell’operazione “Reale”, condotta dai Carabinieri del Ros. I militari riuscirono a installare una microspia ambientale in casa di Giuseppe Pelle, figlio del carismatico boss di ‘ndrangheta Antonio Pelle, detto “‘Ntoni Gambazza”. Le intercettazioni svelarono i colloqui in casa Pelle, cui partecipò Zappalà, il quale si era rivolto, secondo quanto sostenuto nell’ambito dell’indagine e del successivo processo, al boss e per chiedere voti in vista delle imminenti elezioni regionali che lo videro poi effettivamente eletto con oltre 11 mila preferenze.
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