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A Matera avviso di garanzia. La sorella uccisa da ex convivente
(ANSA) – MATERA, 19 DIC – Dopo il femminicidio della sorella, uccisa nel dicembre del 2010 dall’ex convivente che era stato più volte denunciato per atti persecutori, aveva creato un’associazione anti stalking, di cui era presidente. Negli ultimi mesi, una donna di 47 anni, di Matera, aveva denunciato di aver ricevuto lettere anonime di minacce: adesso la Polizia ha scoperto che era lei stessa a imbucarle nella sua cassetta postale utilizzando guanti di lattice per non lasciare impronte.
Alla donna – che non ha spiegato i motivi delle sue azioni – è stato notificato un avviso di garanzia per il reato di calunnia aggravata e continuata a danno di ignoti. Le indagini sono cominciate durante la scorsa estate, quando, anche attraverso giornali e televisioni locali, la donna ha denunciato di ricevere minacce: in totale sono state nove le lettere, mai spedite ma imbucate direttamente nella cassetta postale dell’abitazione della donna. Le forze dell’ordine avevano anche deciso controlli maggiori per tutelare la donna.
Gli investigatori hanno scoperto la donna anche grazie a una telecamera nascosta installata nel portone dello stabile in cui abita. Stamani gli agenti della Squadra mobile hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione, trovando i guanti di lattice, utilizzati anche per la redazione delle lettere anonime, e alcuni giornali da cui la donna ritagliava le parole per il collage di minacce.
I particolari delle indagini – dirette dal Procuratore della Repubblica di Matera, Celestina Gravina, e dal pm Alessandra Susca – sono stati illustrati stamani, in una conferenza stampa, dal capo della Squadra Mobile materana, Nicola Fucarino, e dalla dirigente Luisa Fasano.

L’HANNO tenuta sotto osservazione per tre mesi. Poi quella che il dirigente della Squadra Mobile Nicola Fucarino ha considerato la svolta: la telecamera posizionata di fronte alla cassetta delle lettere di Antonella Fontana ha mostrato la donna che imbuca una busta indossando guanti in lattice.  E così ieri mattina gli uomini della I sezione Criminalità organizzata, guidata dal sostituto commissario Santoro, hanno perquisito l’abitazione in cui vive la donna (sorella di Anna Rosa uccisa il 7 dicembre 2010  dal suo ex convivente e presidente dell’Associazione di tutela delle donne, Amatas, ndr.)  trovando pagine di quotidiani con lettere ritagliate, stick di colla, guanti in lattice, risme di fogli: la prova che le lettere minatorie di questi mesi,  sarebbero state inventate e spedite da lei.  Per la Fontana l’accusa è di calunnia aggravata e continuata contro ignoti.  «La nostra attività – ha spiegato Nicola Fucarino – è andata  avanti  tre mesi non senza  difficoltà, durante le indagini sulle  lettere giunte alla presidentessa dell’Amatas. Nella più recente,  le minacce avevano richiamato in particolare la morte di Anna Rosa. Abbiamo pensato, dunque, che il fil rouge fosse proprio l’attività dell’associazione. Man mano che gli episodi proseguivano, pensavamo  di avere a che fare con un professionista che non lasciava impronte. Quando, ad un certo punto, abbiamo convenuto con la Fontana di non aprire più le buste, siamo riusciti ad ottenere le vere impronte (ovvero nessuna)  di chi scriveva le lettere – aggiunge Fucarino – calzando i guanti in lattice prima di aprire la risma di fogli, prendendo un foglio centrale, ritagliando i pezzi di giornale e incollandoli. Dopo l’ultima lettera, martedì, più minacciosa delle altre, e quando siamo stati certi che le minacce non fossero spedite ma solo imbucate, abbiamo deciso di montare una telecamera nascosta,  trasmettendo le immagini in Questura grazie alla Scientifica di Matera e Bari. In questo modo abbiamo potuto identificare la persona in primo piano.

La Fontana aveva pubblicamente denunciato di essere vittima di persecuzione per la sua attività con l’associazione  Amatas.  Lettere anonime e aggressioni per strada, erano state segnalate alla Questura che aveva avviato un’attività di controllo. Personale delle Volanti e dei carabinieri svolgeva, infatti, una  vigilanza  regolare a sua tutela.  «L’operazione portata a compimento oggi – ha spiegato il vice questore Maria Luisa Fasano – è importante sotto il profilo sociale per tutto quello che tante persone perbene,  con attività senza scopo di lucro,  fanno quotidianamente per aiutare donne vittime di violenza e stalking. Si tratta di realtà che ci aiutano nella nostra attività e che invece vengono danneggiate da chi sfrutta alcune situazioni, l’ingenuità delle persone con ricadute negative». Determinata la posizione del Procuratore della Repubblica, Celestina  Gravina e del sostituto procuratore Susca, che hanno sottolineato l’importanza dell’operazione per trasmettere un messaggio alle associazioni che lavorano in modo seroa. «Lo Stato è con loro –  ha fatto sapere a Nicola Fucarino durante la conferenza stampa.

a.ciervo@luedi.it

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