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POTENZA – La questione del nuovo pozzo dell’Eni, il Pergola 1, comincia ad unire il fronte della protesta. Oggi alle 16 a Marsico Nuovo è previsto il consiglio comunale chiamato a discutere proprio sul parere ambientale in relazione al pozzo. Ma i cittadini non ci stanno e annunciano la presenza di una delegazione all’interno del consiglio comunale. Ma ormai la vicenda del pozzo è una questione che non riguarda più soltanto la Basilicata, ma anche i “vicini” del Vallo di Diano, perché il pozzo andrà ad insistere sui bacini idrografici diretti verso valle. Senza contare la pericolosità sismica della zona attorno ai monti della Maddalena. Ed è lo stesso comitato del Vallo di Diano a scrivere che «il Pozzo Pergola 1 rappresenta forse l’apice della scelleratezza sia per le attese delle capacita estrattive che per diabolica e criminale scelta dell’ubicazione dello stesso».

Ma la forma di opposizione ai nuovi piani dell’Eni passa anche dalla stessa comunità montana della zona e dai sindaci, già apertamente schierati, a differenza della Basilicata, contro le strazioni in zona. Il comitato, però, avanza anche delle proposte in relazione a quanto si sta organizzando per ribadire l’oppsozione all’apertura del nuovo pozzo. L’invito rivolto ai sindaci è quello di essere presenti all’incontro che si terrà il primo febbraio a Marsico Nuovo chiamato “Due regioni un solo bacino idrografico.” A questo incontro dovrebbero partecipare anche i due governatori Pittella e Caldoro e il presidente del parco Appennino Lucano Domenico Totaro.

C’è poi un aspetto tecnico da non sottovalutare: entro il 10 febbraio i comuni sono chiamati a deliberare sulla questione pozzo. Questo perché il 10 del mese prossimo è prevista la scadenza per l’eventuale presentazione di osservazioni. Ma il comitato putna soprattutto a proposte che possano blindare la Maddalena anche da interventi futuri. Tant’è che si pensa di creare una fascia di rispetto al confine utile a bloccare qualsiasi tipo di attività connessa alla ricerca e alla coltivazione di idrocarburi. «La zona in questione – scrivono – già riconosciuta sito d’interesse comunitario Monti della Maddalena e zona a protezione speciale gode di particolare attenzione normativa quanto a salvaguarda e protezione».

Ultimo punto: velocizzare l’approvazioen del piano di gestione Monti della Maddalena da parte dei comuni di Atena Lucana, Sala Consilina, Padula, Montesano sulla Marcellana e della comunità montana Vallo di Diano.

In conclusione: «Nessun aiuto e nessun ruolo fu giocato nella vicenda permesso di ricerca “monte cavallo” dalla federpetroli (che ricordiamo e’ un associazione di categoria che rappresenta alcuni grossi nomi del settore energetico) il cui tentativo odierno tanto misero quanto tempestivo di inserimento nella discussione ci sembra ovvio quanto al suo fine». La presa di posizione è in relazione a quanto scritto dall’associazione di categoria all’infomani del “no” unanime votato dal consiglio comunale di Atena Lucana al pozzo petrolifero. Una comunicazione di “trasparenza” dove l’associazione si è detta ben disposta «a spiegare cosa vuol dire petrolio e gas nel nostro paese».

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