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POMARICO – La ristrutturazione del Distretto sanitario nel quartiere Aldo Moro è ancora un piccolo sogno. Correva l’anno 2011, quando l’Asl di Matera pubblicava un avviso di procedura ristretta, “senza pubblicazione di bando”, invito di bando a manifestare interesse per l’affidamento di “lavori di ristrutturazione del Distretto sanitario di Pomarico e di adeguamento di un Punto di accoglienza nell’ambito della prevenzione del disagio psichiatrico giovanile del comprensorio”.

Il fatto è che l’azienda affidataria dell’opera, come spesso accade, ha smentito il cartello di presentazione dei lavori, esposto nel fatiscente ex commerciale sede della struttura. Cosa, tra l’altro, segnalata da diversi attenti cittadini pomaricani. Nonostante infatti la fine dei lavori fosse prevista per il 31 dicembre 2011, traccia della realizzazione di quanto previsto, non se ne vede ancora. Un lavoro che vale circa 50mila euro, comunque; finanziati all’interno del Pois – P.o.Fesr 2007-2013. Ma non è che uno dei problemi del punto. Intanto per accedere alle ultime attività ancora presenti nel galleria, si può usufruire soltanto d’uno dei due accessi. E se serve visitare la palestra quando piove, occorre inoltre dotarsi di ombrello: visto che il tetto della struttura, ovvero la copertura in vetroresina e trasparente di quel che rimane del centro commerciale del rione Moro, è rotta in più punti. Verso il centro dello spazio, addirittura, manca completamente. Durante le precipitazioni, insomma, non può che formarsi il più atteso dei laghetti.

Su un pavimento, già problematico in vari punti. In più per entrare nel Distretto e usufruire per esempio del servizio di Guardia medica, occorre fare il giro della costruzione. Perché la porta interna della sede, visti i lavori in corso, è tenuta chiusa. Inoltre, l’utente anziano dei più servizi sanitari a disposizione, ha spesso difficoltà perfino a usufruire dei bagni, durante l’attesa del proprio turno. D’altronde è un livello di abbandono e mancanza di decoro, oltre che di accortezza e disponibilità verso la cittadinanza che usufruisce delle possibilità del luogo, tutt’altro che dissimile da quello che si vede all’esterno dell’edificazione. Tante volte, su queste stesse colonne, si è dovuto ricordare in che stato di evidente abbandono si trova la fontana decorativa, posta a medaglia sul petto d’una costruzione che in passato ha ospitato al proprio interno davvero molte attività commerciali. 

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