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di SARA LORUSSO – Per carità, va bene che circolino tante ipotesi. Con l’avvicinarsi delle amministrative è più che prevedibile, quasi un rito, quel susseguirsi di nomi. «Peccato – fa notare il consigliere regionale dell’Udc, Franco Mollica – che tra i nomi che circolano non se ne legge uno al femminile, infischiandosene della battaglia per la parità di genere».

Da giorni entrambi gli schieramenti si stanno incontrando-scontrando su possibili candidati e perimetro delle coalizioni. La sfida per le amministrative si sta concentrando inevitabilmente soprattutto sulla città di Potenza. Il 25 maggio – ieri è stato ufficializzata la data dell’ election day per europee e comunali – ci saranno 55 comuni lucani impegnati alle urne. il capoluogo è uno spazio su cui la scelta dei candidati intreccia dinamiche politiche anche di livello regionale.

In entrambi gli schieramenti è il tema delle primarie  a tenere banco. Farle oppure no? Il centrodestra è impegnato a trovare un equilibrio interno tra il fronte che sostiene la candidatura dell’ingegnere Dario De Luca e Forza Italia che ha proposto la corsa del consigliere uscente Antonino Imbesi.

Nel centrosinistra il tavolo di maggioranza è in una situazione di grande tensione. Il Pd ha chiesto ancora qualche ora di tempo, riconvocando tutti gli alleati al tavolo di maggioranza lunedì. I democratici vogliono completare l’istruttoria sul nome di Luigi Petrone, avvocato amministrativista, che pare sia il candidato più accreditato. Gli alleati, però, continuano a porre questioni di metodo.

Il commissario cittadino di Realtà Italia, Lorenzo Pace, scrive: «Il Pd faccia uno sforzo e cerchi di affiancare a quell’ipotetico nome anche una data per la celebrazione delle primarie che, come strumento democratico, vengono ignorate solo in Basilicata da un partito impegnato ad imporre alla coalizione un nominativo».

Al tavolo delle trattative siede anche Scelta civica che però non ha sciolto le riserve rispetto al metodo proposto dal Pd. Non è, anche in questo caso, questione di nomi. Piuttosto, spiegano dal partito, del metodo di condivisione che pare mancare. Come altre sigle, anche Scelta civica ha da tempo lavorato al proprio interno sul radicamento territoriale e sui temi e sui nomi con cui puntare a Palazzo di città. Da tempo si è avvicinato alla sigla l’ex consigliere regionale Enrico Mazzeo Cicchetti: potrebbe essere il candidato sindaco della sigla. Non è escluso che Scelta civica possa muoversi in autonomia.

Perplessità  al tavolo del centrosinistra sono state espresse anche da Centro democratico. «Non si tratta di esprimere giudizi sulla persona, ma di comprendere su quali base intende lavorare, su quale progetto di città nuova intende misurarsi». Per centro democratico uno dei temi è proprio quello del perimetro di coalizione. «Le alleanze non possono certo prevedere la presenza di movimenti o di gruppi civici o di partiti locali, che hanno giocato allo sfascio anche sul finire dell’ultima consiliatura e che di fatto metterebbero una ipoteca sulla solidità di un progetto nuovo per la guida della città».

Così, chiede Livio Valvano, segretario regionale del Psi, «è possibile fare di Potenza una città capace di coinvolgere gli altri comuni, anziché essere percepita come la più ostile delle comunità locali?»

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