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ROMA – «Vedo i fatti. La situazione in Calabria è di massimo allarme, come è accaduto già nel 2010: la ‘ndrangheta è pronta a colpire». 

Ad annunciarlo all’Adnkronos è il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che ha commentato il piano della ‘ndrangheta di un attentato a uomini dello Stato e al sequestro di una vero e proprio arsenale fra Rizziconi e Gioia Tauro (LEGGI LA NOTIZIA)
Secondo gli inquirenti, infatti, le armi ritrovate dovevano servire per un agguato in grande stile, per una cosa eclatante, che facesse rumore e servisse da esempio. Per questo i clan si stavano organizzando con armi pesanti, da guerra, capaci di fare a pezzi la corazze delle macchine blindate, di sventrare lamiere. Le pattuglie della Guardia di Finanza le ha scoperte durante un normale controllo sulle strade di Rizziconi. Nel cofano della macchina di un incensurato i finanzieri hanno trovato un arsenale spaventoso. Dal bagagliaio di Marino Belfiore (di Gioia Tauro), nome sconosciuto alle forse dell’ordine, sono saltati fuori dieci kalashnikov, due mitragliette, cinque pistole con il numero di matricola punzonato e relative munizioni. Quanto basta per attrezzare un gruppo di fuoco imponente, capace di dare l’assalto a qualsiasi obiettivo. Una situazione difficile al punto che il Procuratore di Reggio, Federico Cafiero De Raho, si augura che «vi sia la giusta attenzione da parte del Ministero dell’Interno». A questo punto per il magistrato «è indispensabile che venga convocato immediatamente da Angelino Alfano un vertice del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica». 
Intanto, il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho incontrerà martedì, a Roma, il ministro dell’Interno Angelino Alfano per parlare della situazione dell’ordine pubblico a Reggio alla luce del ritrovamento dell’arsenale. 

Ed il prefetto Claudio Sammartino ha convocato per il prossimo 2 aprile una riunione tecnica di coordinamento delle forze dell’ordine. La riunione, alla quale parteciperà il procuratore distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ha lo scopo di procedere a una aggiornata analisi congiunta dello stato della sicurezza pubblica nella provincia.

Per Roberti, d’altronde, «iI sequestro di armi micidiali che è stato effettuato è un gravissimo segnale di allarme, perchè dimostra la capacità delle ‘ndrine di riorganizzarsi nonostante i duri colpi subiti negli ultimi anni e di programmare attentati verosimilmente a danni di esponenti istituzionali, e in particolare di magistrati». Conseguentemente «è necessario un urgente approfondimento della questione anche a livello di Comitato nazionale di ordine e sicurezza, per verificare anche l’adeguatezza delle misure di tutela disposte per i magistrati calabresi». 
Inoltre, per Roberti, «questo piano è stato sventato grazie a una efficacissima attività investigativa», tuttavia «bisogna avviare una riflessione profonda sulla situazione calabrese. Esprimo la mia vicinanza ai colleghi – tiene a rimarcare Roberti – e la disponibilità della procura antimafia a sostenere e coordinare ogni attività di indagine» contro la ‘ndragheta e i suoi piani criminali. Anche alla luce della situazione di massima allerta appena denunciata, Roberti aggiunge che proprio oggi «i vertici della procura e del tribunale di Reggio Calabria sono davanti al Csm per illustrare la drammatica situazione delle carenze di organico sia della procura, sia del tribunale di Reggio». Un problema che per Roberti «va risolto in via prioritaria».
Sempre in relazione alla scoperta delle armi il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri ha rivelato che «Sono in corso importanti indagini. Non posso aggiungere altro». 
Anche il Copasir si occuperà dell’allarme ‘ndrangheta: «Affronteremo la questione in maniera approfondita e ne discutemo, come sempre abbiamo fatto, a difesa dei cittadini e dello Stato», assicura sempre all’Adnkronos Giuseppe Esposito, vice presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
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