X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

BERNALDA – Le palme sono un grandissimo patrimonio che va salvaguardato. Questo il messaggio dI Pio Acito, responsabile del settore di riferimento al Comune di Bernalda. Un patrimonio che, a sentire i dati allarmanti provenienti da tutta Italia, rischia di essere compromesso.

E anche i numeri forniti da Acito non sono positivi anche se tanto si sta facendo sul territorio per arginare il problema del punteruolo rosso. Un grandissimo lavoro quello del Comune e dei suoi uomini addetti al verde, che a Bernalda ha dato degli ottimi frutti, mentre a Metaponto gli stessi risultati non si sono raggiunti.

«La città di Bernalda -ci ha detto l’Architetto Pio Acito- conta una dotazione di circa 5.000 palme. Una ricchezza che caratterizza il paesaggio, rendendolo speciale agli occhi dei cittadini e dei turisti che qui giungono soprattutto nei mesi estivi. A introdurre splendido albero in l’Italia molti anni fa furono i Greci. Ecco la palma è una pianta che si è adattata bene al nostro clima e per molti anni si è moltiplicata in tutta la nostra nazione.

Oltre ad avere una grande bellezza estetica è una pianta che non occupa molto spazio soprattutto al suolo, infatti quest’ultimo è perfettamente lavorabile, e nelle zone urbane, dal punto di vista logistico, non crea disagi in virtù delle sue radici.

Purtroppo, tutte queste belle parole di esaltazione della palma stanno venendo meno in virtù del punteruolo rosso che sta mettendo a dura prova la continuità della specie arborea sul nostro territorio. Da una decina di anni questo insetto, che aveva la sua stabilità nell’Africa del nord, ha iniziato a diffondersi dapprima in Sicilia e pi in tutta l’Italia. Nella catena alimentare non ha antagonisti e fino ad ora nulli i tentativi di arginarlo. Si stanno utilizzando tante tecniche e queste a volte le abbiamo visto anche in note trasmissioni televisive ma senza risultati omogenei. Altro utilizzo in campo è quello dei prodotti fitosanitari e questi in alcuni casi hanno successo in altri purtroppo no. Per capire se una pianta sia stata attaccata basta osservare il suo apice, se questo si piega allora ecco che bisogna intervenire subito. Se preso in tempo la pianta quasi sicuramente si salva.

Il punteruolo adulto entra depone le uova, crea i bossoli e le larve si nutrono della palma e di parti di se stesso. In circa tre mesi una palma viene divorata del tutto e poi abbandonata. L’unico elemento che li frena è il freddo. Infatti si sono sperimentate anche macchinari che andavano a raffreddare la pianta, ma questa tecnica è pericolosa per la palma, infatti se si raffredda troppo la pianta rischia di morire, ecco perché questa tecnica è stata abbandonata.

Ad oggi abbiamo salvato a Bernalda circa il 70% delle palme, mentre a Metaponto non siamo riusciti a salvarne nessuna. Questo perché la temperatura ha giocato un fattore determinante. A Metaponto abbiamo fatto tantissimi interventi. Poi i mancati interventi da parte dei privati, in quanto molte abitazioni vengono utilizzate solo d’estate e quindi il problema non è stato ne visto e ne tantomeno risolto in tempo».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE