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LA chiesa di Sant’Adriano, originariamente piccolo cenobio fondato da San Nilo abbandonato dai monaci a seguito della distruzione da parte dei Saraceni fu ricostruita con elementi romanico-normanni alla fine dell’XI secolo. L’edificio attuale, che nei secoli ha perso l’unità strutturale e architettonica a causa dei rimaneggiamenti intervenuti, si articola in tre navate a copertura lignea con lunghezza totale di 25 metri per 13 di larghezza. La chiesa attuale ha una facciata a doppio spiovente, recentemente ripulita da sovrastrutture ottocentesche, con un ingresso principale sotto il campanile in mattoni e pietre. All’interno, quattro arcate fiancheggiano la navata centrale, sorrette, alcune da colonne antiche, altre da pilastri di fabbrica. 

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Di grande pregio artistico è il meraviglioso pavimento dell’XI secolo, realizzato con vari materiali di spoglio e con la tecnica dell’ “opus sectile”, impiego sapiente di vari ritagli di marmi e pietre antiche locali. I mosaici raffigurano animali dal significato simbolico e dal fascino misterico: particolarmente interessanti sono un serpente avvolto tre volte su se stesso con la testa nera e la bocca spalancata, una pantera dal corpo a riquadri policromi, un altro serpente avvolto nelle spire e con la coda a forma di otto. 

IL COLLEGIO – Il Collegio di Sant’Adriano degli albanesi di Calabria sorge addossato al portale principale della chiesa. Autentico faro del patrimonio culturale locale si presenta oggi completamente ristrutturato nel rispetto delle antiche forme. Istituito a San Benedetto Ullano nel 1732 da papa Clemente XII come collegio Corsini allo scopo di presiedere all’educazione e all’istruzione dei giovani italo-albanesi cattolici di rito greco, fu trasferito a San Demetrio Corone nel 1794. Nel 1810 fu elevato a Liceo da Gioacchino Murat. Statalizzato nel 1923, il Collegio e l’annesso Liceo ginnasio, uno dei primi in Calabria, accoglievano circa duecento studenti, una dozzina dei quali di nazionalità albanese. Oggi la Scuola, unico Liceo dove si insegna la lingua albanese, a testimonianza del glorioso passato conserva un attrezzato gabinetto scientifico con strumenti d’epoca, registri, foto e documenti d’archivio. Per info www.comune.sandemetriocorone.cs.it. Per visite al Liceo tel. 0984.956086. 
BIBLIOTECA E ARCHIVIO – La Biblioteca e l’Archivio del collegio Sant’Adriano nascono dalla fusione, a partire dal 1794, di quattro distinte sezioni: i libri trasferiti dalla Biblioteca del Collegio Corsini di San Benedetto Ullano, quelli donati dal vescovo Bugliari provenienti dalla sua biblioteca privata, il fondo appartenente all’ex- abbazia ed i libri provenienti da private donazioni. La biblioteca contiene oltre 14000 volumi fra cui molte edizioni preziose a partire dal XVI secolo. Per info e visite rivolgersi al Municipio. 
LA CHIESA MADRE – La Chiesa madre di San Demetrio Megalomartire sorge nel centro del paese. A causa di continui interventi edilizi e restauri, l’edificio, pur conservando l’impianto strutturale originario risalente al XV secolo, ha subito notevoli modifiche architettoniche. L’esterno si presenta semplice con linee squadrate. L’interno è caratterizzato da tre navate, sulle cui pareti compaiono stucchi e dipinti raffiguranti scene del Nuovo Testamento e dall’iconostasi su cui è rappresentata l’Ultima Cena. 
DA VEDERE – A 1 km circa dalla chiesa di Sant’Adriano, seguendo un sentiero ricoperto di ciottoli di fiume, si ritrovano le diroccate mura di un antico santuario noto come grotta di San Nilo; è una struttura suggestiva, immersa nel silenzio del dirupo denominato “Sant’Elia”. E’ ciò che rimane di una vecchia cappella eretta dai monaci del monastero in memoria del loro confratello Nilo. L’elemento artistico più interessante che si trova all’interno è un affresco ormai sbiadito raffigurante San Nilo in una grotta, genuflesso e orante di fronte a Cristo sulla croce.  Nella frazione Macchia Albanese è nato Girolamo De Rada (1814 – 1903), padre della letteratura albanese e detto il Dante degli italo-albanesi. Nella sua Casa nativa è stato istituito il Museo Girolamo De Rada. Nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli si può visitare il suo sepolcro con epigrafe in dialetto skipetaro. Due antichi mulini ad acqua, sono ben visibili dal ponte sul torrente Mizofato sulla strada provinciale Macchia-Sofferetti. Preziosa testimonianza di archeologia rurale funzionavano con lo stesso canale del torrente che azionava in cascata le loro ruote idrauliche  sfruttando il dislivello naturale del terreno.
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