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LAGONEGRO – Un’altra tragedia ha scosso la piccola comunità di Lagonegro, proprio al termine della giornata in cui si festeggiava il santo patrono Nicola, quando in paese si è diffusa la notizia sconvolgente del suicidio di un ragazzo appena quindicenne che aveva compiuto solo qualche giorno fa il suo compleanno.

Marco Iacovino, questo il nome del giovane, si è tolto la vita impiccandosi con una corda nel sottoscala della sua abitazione, all’interno di una cantina utilizzata per conservare legna e masserizie di vario genere.

A trovarlo, verso l’una e trenta della notte tra domenica e lunedì, sono stati i genitori che alcune ore prima, accortisi della scomparsa del figlio, avevano chiamato parenti e amici del ragazzo e subito dopo allertato i carabinieri per dare il via alle ricerche, cominciate intorno alle 22,30 della sera.

L’abitato è stato battuto da cima a fondo, dallo svincolo autostradale alla vecchia stazione ferroviaria in disuso, passando per gli innumerevoli vicoli del centro storico e le campagne adiacenti al parco Fossatello, purtroppo senza esito.

Qualcuno si era addirittura precipitato in strada in pigiama e pantofole per dare una mano, mentre i compagni di classe facevano continuamente squillare il suo cellulare senza nessuna risposta.

Poi i militari dell’arma hanno suggerito di tornare a perquisire l’abitazione dove purtroppo è stato rinvenuto il cadavere, messo sotto sequestro dall’autorità giudiziaria per le operazioni di rito.

La salma, rimasta tutta la notte in un edificio del cimitero pubblico, è stata poi liberata dopo il nulla osta del magistrato e trasferita nella giornata di ieri presso la Chiesa Madre, dove questa mattina alle 10,00 saranno celebrate le esequie con una messa solenne.

È stato proclamato il lutto cittadino, rimarranno chiuse scuole e uffici pubblici e i negozianti abbasseranno le saracinesche, con la società di pallavolo Natura Energie – nel cui settore giovanile militava il ragazzo – che si è unita al cordoglio della famiglia attraverso un post sulla pagina ufficiale di Facebook.

Era uno sportivo Marco, un ragazzo sorridente e bravo a scuola. Chi scrive lo ricorda per il sorriso timido e gentile che mostrava a chiunque quando passeggiava in piazza, e il suo gesto estremo ha lasciato tutti increduli e sconcertati.

La sua morte è solo l’ultimo di una serie di eventi dolorosi che hanno ferito profondamente tutta la cittadinanza: due suicidi a distanza di poche ore durante le feste natalizie, un uomo di 36 anni e una donna poco più grande e madre di famiglia. 

E poi nel febbraio scorso la drammatica rissa tra due nuclei familiari finita con l’accoltellamento a morte di un diciannovenne.

Ieri mattina in paese la costernazione era tanta, mista al cordoglio e al sapore acre delle lacrime, e nessuno riusciva ad esprimere un pensiero razionale o darsi conto di quanto accaduto: sui volti  dei compagni di scuola e di squadra lo smarrimento era palese e la tristezza incancellabile.

Soltanto il parroco, don Mario Tempone, è riuscito a proferire poche parole dicendo di «confidare nell’ispirazione del Signore per trovare un bagliore che illumini il buio nel quale siamo sprofondati collettivamente per l’angoscia».

Intanto gli inquirenti stanno cercando di fare luce sulle ore immediatamente predenti alla scomparsa di Marco, ricostruendo i contatti e le ultime telefonate effettuate.

Pare che al momento della disgrazia il ragazzo si trovasse da solo in casa e avesse da poco addormentato la sorellina più piccola di soli dieci anni, poiché la madre era al lavoro in una abitazione dove svolge le funzioni di badante e il padre era uscito pochi minuti prima per una commissione urgente.

La giornata di domenica era trascorsa in maniera apparentemente normale, tutta la famiglia era stata al ristorante per il battesimo di un parente, e si era ritirata nel tardo pomeriggio; sembra che intorno alle 20,00 della sera il ragazzo si fosse anche sentito al telefono con alcuni suoi amici, assicurando che sarebbe andato ad incontrarli, come di consueto, di lì a poco.

E invece l’ultima a sentirlo sarebbe stata proprio la madre, alla quale Marco avrebbe invece confidato di non voler uscire, non si sa bene per quali ragioni.

Chissà se aveva già deciso di morire alla sua giovane età, se si è trattato di un gesto premeditato o di un attimo di sconforto: adesso non è il tempo delle congetture o di speculazioni irriverenti, ma di un rispetto accorato e silenzioso.

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