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CARO Matteo,

sono un medico, un dentista di provincia, prestato alla politica, non ho neanche un partito da cui sospendermi, non valgo che un voto in un consiglio regionale che ai tuoi occhi sembra contare poco o niente. Ti prego, trova il tempo per leggere queste quattro righe. Inizierò ricordando a te, che  come me sei un cattolico praticante, un celebre aforisma dell’Antico Testamento: “se non hai un amico che ti dice la verità, paga un nemico e chiedigli di essere severo”. Io non sono un tuo nemico, almeno finora, e da amico mi dovrai permettere di essere franco: ho creduto in te, ho votato per te, ma adesso sono  in difficoltà, perché stai commettendo degli errori di strategia e di sottovalutazione. Non ci sono dubbi che se al tuo posto ci fosse stato Silvio a questo punto saremmo già al fianco di qualche comitatino, come li chiami tu, sulla strada statale 106 come ai tempi del deposito delle scorie radioattive.

Sai, nella mia Regione sono in tanti a pensare che una decisione presa da un italiano del Nord per il bene degli italiani del Sud contenga da qualche parte, prima o poi una fregatura. È una storia vecchia, dai tempi felici dell’epopea garibaldina e dell’ unità d’Italia con annesse stragi di donne e bambini, agli anni più recenti dell’emigrazione dei nostri contadini ed ora dei nostri ragazzi laureati. Sempre nell’interesse nostro e della nostra Regione, si capisce e se qualcuno non lo vuole capire, beh, un po’ di pazienza. Si sa, si tratta di gente ignorante, abituata a diffidare, parassiti mantenuti dalle tasse dei lavoratori del nord, magnifici esempi di cultura, generosità e civismo.

Anche ai tempi di Scanzano un altro italiano del nord ci aveva detto che un po’ di cacca nel nostro salotto buono non sarebbe stato un problema: che vuoi che sia una quintalata di materiale radioattivo che ci mette centinaia di secoli per decadere. La natura ci ha regalato tanto: un clima bellissimo, colline dolci e degradanti verso un mare azzurro e caldo, montagne ricche di boschi, calanchi fiabeschi e pianure fertili, ma anche due maledizioni: l’acqua che per decenni ha abbondantemente irrigato l’arida pianura pugliese ed il petrolio che ha portato tanti bei soldini agli italiani del nord, che ci hanno fatto la cortesia di estrarlo. Hai deciso che non ti bastano un paia di centinaia di migliaia di barili al giorno e che qualche altro buchetto qua e là, magari anche in mare, poteva solo farci del bene, migliorare la quantità e la qualità delle nostre produzioni agricole ed il verde delle nostre montagne. E se poi anche l’acqua diventa dello stesso colore del petrolio, per via dell’inquinamento delle falde, possiamo sempre venderla come una nuova bibita da lanciare nel mondo globalizzato. Il nostro Presidente non vuole litigare con te, credimi, anche lui ti vuole bene, è un uomo paziente, uno che vorrebbe evitare di considerare le estrazioni petrolifere come una maledizione. Ma tu aiutalo, mettiti a discutere con lui, magari con un po’ di rispetto (…) Io credo dì conoscerlo, è uno che ha giocato a pallavolo, conosce il gioco di squadra e viene da una famiglia in cui da una vita si mastica pane e politica: uno sveglio, che capisce, con il quale si può parlare (…) Senti a me, che sono senza un partito, valgo un voto in un consiglio regionale da niente e che come te vado a Messa tutte le domeniche, non tirare la corda, trova un accordo.  Noi ti vogliamo bene, apprezziamo il tuo decisionismo e piuttosto che scendere in piazza contro il tuo governo, preferiamo invitarti a mangiare il baccalà con i peperoni cruschi ed a bere un bicchiere di Aglianico. 

LUIGI BRADASCIO, Consigliere regionale

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