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POTENZA – Abbiamo bisogno di un reciproco riconoscimento, che comincia dal partecipare. Il Comitato “Cittadinanza di Genere”, con lo scopo di eliminare il Gender Gap in Basilicata, ormai da un anno ha coinvolto nel progetto “Generando verso la scrittura condivisa della Legge Quadro Cittadinanza di Genere” più di 500 persone tra donne e uomini.
La legge quadro Cittadinanza di Genere, ormai pronta per essere affidata alla regione Basilicata, tratta in primis il tema della violenza di genere, rendendo obsoleti quegli strumenti legislativi vigenti che, pur occupandosi di genere, non hanno ad oggi mai trovato una reale applicazione. Il Comitato “Cittadinanza di Genere”, attento a tutti i provvedimenti legislativi che normano le questioni di genere, in vista della discussione oggi in IV commissione della Proposta di legge numero 33 del 2014 “Modifiche alla Legge regionale del 29 marzo 1999; Istituzione di un fondo di solidarietà a favore di donne e minori di reati di violenza sessuale” e alla Legge regionale del 18 dicembre 2007, “Istituzione Osservatorio regionale sulla violenza di genere e sui minori”, ha presentato alla Commissione emendamenti al progetto di legge numero 33 del 2014 e richiesta di ulteriori modifiche ai testi legislativi originari.
Il Comitato ha individuato due fattori della mancata applicazione delle leggi in vigore, che il progetto di legge numero 33 del 2014 neppure eliminerebbe:
1) la mancanza di un progetto anti violenza condiviso con la comunità lucana; 2) la mancanza di fondi adeguati a rispondere alla questione della violenza di genere.
I temi di genere vengono ancora trattati con molta approssimazione. Ne è conferma la lunga attesa del nuovo Statuto regionale, che dovrebbe portare a superare il gender gap nella rappresentanza istituzionale di genere. Solo una società riequilibrata nella rappresentanza in tutti gli ambiti può eliminare ogni violenza, ogni disparità, tra il potente e il suddito, il povero e il ricco, il giovane e l’anziano, l’uomo e la donna. “Sveglia Basilicata”, abbiamo bisogno di un reciproco riconoscimento, che comincia dal partecipare. Non si può sempre ricominciare da zero.

 

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