X
<
>

Share
1 minuto per la lettura

Si è presentato spontaneamente stamattina ai carabinieri, dicendo comunque di non avere visto nulla, il testimone dell’agguato in cui ieri a Spezzano Albanese è stato ucciso Francesco Faillace, di 54 anni che secondo gli inquirenti era uno dei capi della cosca Faillace-Portoraro, coinvolta nello scontro con la cosca degli zingari della frazione Doria di Cassano allo Jonio, dove l’uomo risiedeva.
Nel momento in cui è stato ucciso Faillace era alla guida di un trattore. Insieme a lui c’era un’altra persona che nel momento in cui gli assassini sono entrati in azione è riuscita a fuggire. L’uomo, di cui non è stata resa nota l’identità, si è presentato ai carabinieri stamattina ma non ha fornito, secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, alcun elemento utile per l’identificazione degli assassini. Il pm della Procura di Castrovillari Larissa Catella ha disposto, come atto urgente, l’autopsia sul cadavere di Faillace, che sarà effettuata lunedì. La titolarità dell’inchiesta sull’omicidio di Faillace, è stata già assunta, comunque, dal pm della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto. Non vi sono dubbi, infatti, sulla matrice mafiosa dell’assassinio, che s’inserirebbe nello scontro in atto tra le cosche dello Jonio cosentino per il controllo delle attività illecite.
Federico Faillace in passato, aveva subito altri 3 agguati dai quali era riuscito a salvarsi. In uno, in particolare, scampò alla morte perchè si finse senza vita mentre si trovava nella sua automobile. I carabinieri, che stanno svolgendo le indagini, stanno effettuando una serie di controlli negli ambienti frequentati da Faillace nel tentativo di identificare gli assassini.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE