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di ROSSELLA MONTEMURRO

Il giudice per l’udienza preliminare di Matera, Lelio Festa, ha rinviato a giudizio, su richiesta del pubblico ministero, Antonia Salamida, un uomo di 61 anni, accusato di violenza sessuale continuata nei confronti di due bambine di nove e dieci anni, e le madri delle due minorenni, il cui atteggiamento agevolò l’uomo nella commissione del reato. Il processo comincerà il 20 gennaio 2010 nel tribunale di Matera. L’uomo, difeso dagli avvocati Pietro Damiano Mazzoccoli e Michelangelo Bonelli, era stato arrestato dai carabinieri a Montalbano nell’aprile scorso, insieme alle due donne, difese dagli avvocati Francesco Viti e Giancarlo Molinari. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Policoro, che avevano ascoltato i racconti delle bambine (definiti “racconti devastanti che, narrati a brandelli, hanno composto una storia dai contorni raccapriccianti”), dal 2005 al 2008, in un contesto sociale molto degradato, a Montalbano Jonico, un pensionato di 61 anni, nullafacente, ex manovale, con la compiacenza delle madri (entrambe casalinghe, tra loro cognate, una trentottenne, convivente dell’uomo, e una trentanovenne), aveva abusato quotidianamente di due bambine. L’operazione, denominata “Orco”, si era conclusa con l’arresto dell’uomo e i domiciliari per le due donne, disposti dal gip di Matera, Rosa Bia, su richiesta del pm Valeria Farina Valaori. A maggio 2008 il Tribunale per i minorenni, dopo la relazione dei servizi sociali, aveva deciso di trasferire le due bambine in comunità protette: il provvedimento fu adottato soprattutto in considerazione dell’ambiente degradato nel quale vivevano, sia dal punto di vista materiale che spirituale. E’ bastato da un lato leggere tra le righe degli atti prodotti, acquisiti grazie alla solerzia delle assistenti sociali, dall’altro prestare attenzione alla “vox popoli” che andava ben oltre la situazione di indigenza. Proprio da quella relazione sono partite le indagini che hanno portato agli arresti per gli abusi sulle due bambine (rappresentate dall’avvocato Cristiana Coviello) cresciute senza padri (entrambi lontani dal paese del Materano: la trentottenne, separata, non aveva più contatti con l’ex marito, mentre l’altra donna aveva avuto la bambina da una relazione occasionale) e che, praticamente, non sono mai andate a scuola. Le piccole, che oggi hanno nove e dieci anni, sono state costrette ad assistere ai rapporti sessuali tra l’uomo e le due donne ed erano costantemente minacciate dalle madri affinché non parlassero di quello che dovevano subire.

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