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Lettere di protesta indirizzate all’Agesci che cominceranno a partire già da domani e una fiaccolata da organizzare nelle prossime settimane. Prendono corpo le contestazioni dei cittadini dopo lo scioglimento «per mafia» di uno dei due gruppi scout attivi a Rosarno, nel reggino. La comunità locale dell’Agesci, nata oltre 15 anni fa e ribattezzata «Rosarno 2», nei giorni scorsi, infatti, si è sciolta dopo le dimissioni di una ventina di capi-comunità. Dimissioni di massa che, secondo le voci raccolte in paese, sarebbero state imposte dall’Agesci nazionale dopo l’arresto per associazione mafiosa di Franco Rao, uno dei capi-scout del “Rosarno 2», rimasto coinvolto nell’operazione «All Inside» messa a segno contro la cosca Pesce alla fine di aprile. La chiusura della sezione Agesci di Rosarno, dove a gennaio si sono verificati violenti scontri tra gli extracomunitari che lavoravano nei campi e parte degli abitanti, ha suscitato però le vibranti proteste delle mamme dei ragazzi – circa un centinaio – che frequentano la comunità scout legata alla parrocchia di Maria Santissima Addolorata. Le famiglie non accettano infatti che «per l’errore di uno debbano pagare tutti» come ha fatto rilevare lo stesso parroco dell’Addolorata, don Carmelo Ascone che sta appoggiando con decisione la loro battaglia. «A Rosarno – ha detto il sacerdote – i ragazzi non hanno altri punti di riferimento se non il gruppo scout. E’ inaccettabile che in un paese così martoriato e arretrato dal punto di vista sociale e culturale, si tolga ai giovani anche il diritto ad una formazione umana e cattolica che da anni contribuisce a toglierli dalla strada e non farli incappare in tentazioni delinquenziali. Chi ha sbagliato sarà giudicato dalla magistratura, ma non per questo si può colpevolizzare un’intera comunità di educatori e di giovani scout». Don Ascone ha anche accusato la Curia di Oppido-Palmi di aver influito sulla decisione, parlando di «preti che fanno la politica del chi non è con noi, è un mafioso». Le mamme invece hanno annunciato lettere di protesta all’Agesci nazionale e persino una fiaccolata in piazza.

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