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Guardia di Finanza

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Le indagini dalla Guardia di Finanza di Barletta sulla truffa dei bonus edilizi che portato ai quattro arresti si è allargata anche a Bergamo e Brescia.


BARLETTA- Sono quattro le persone arrestate e ben due milioni di euro, circa, sono stati sequestrati in modo preventivo diretto pari al profitto del reato, nell’ambito dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Barletta. Delle persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare una è finita in carcere mentre per le altre tre è stata disposta la misura domiciliare. Si tratta dell’amministratore di una società cooperativa, due amministratori di società ed un professionista.

Al centro dell’indagine ci sarebbe una presunta frode legata agli incentivi fiscali dell’ “ecobonus”, “bonus facciate”, “ristrutturazioni edilizie” ed “investimenti al Mezzogiorno”. Coordinate dalla Procura Trani le indagini hanno evidenziato i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e indebita compensazione.

LE INDAGINI DELLA GDF DI BARLETTA HANNO PORTATO AGLI ARRESTI SVELANDO LA MAXI TRUFFA DEI BONUS EDILIZI

Le indagini traggono origine da una mirata attività di polizia economico-finanziaria di iniziativa in relazione agli incentivi previsti dal “Decreto Rilancio”.
Le indagini hanno quindi consentito di disvelare un sistema fraudolento basato sulla creazione di falsi crediti d’imposta. Queste sono risultate in capo a società e persone fisiche collegate agli organizzatori della frode. Riscontrando, nello specifico, come una società cooperativa avesse utilizzato crediti fittizi per lavori edilizi ed investimenti mai sostenuti su immobili totalmente inesistenti. Questo allo scopo di non versare le ritenute fiscali, i contributi previdenziali e i tributi locali, riducendo o addirittura azzerando in taluni casi il debito nei confronti dell’erario.

In particolare, le persone coinvolte, inoltrando ed accettando dichiarazioni telematiche di interventi agevolabili. Come ecobonus, Bonus Ristrutturazione e Bonus Facciate su terreni e/o fabbricati con dati catastali irreali. Ma, anche presentando istanze per il riconoscimento di “Crediti d’imposta per investimenti nel mezzogiorno” da effettuarsi su immobili inesistenti riuscivano, secondo la procura, ad ottenere un ingiusto profitto. Questo attraverso il riconoscimento di crediti d’imposta inesistenti finanziati con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). E, inducendo così in errore l’Amministrazione Finanziaria. I suddetti crediti fittiziamente creati erano poi utilizzati in compensazione “orizzontale” per abbattere debiti verso l’Erario, l’Inps ed altri enti locali.
Nel dettaglio, la fittizietà dei crediti è accertata dai finanzieri sulla base di specifici attività di osservazione e controllo. Un lavoro certosino dei finanziari che ha visto riscontri documentali ed informatici. In esito a questi è stata comprovata la totale inesistenza degli immobili oggetto d’intervento. In altri casi, invece, la presenza di edifici in evidente stato di abbandono sui quali non erano state effettuate le previste opere di ristrutturazione da parte delle società titolari dei crediti di imposta risultate. Tra l’altro, queste erano prive di effettive capacità economiche, patrimoniali, reddituali ed imprenditoriali correlate alla realizzazione dei citati lavori edili.

All’esito delle indagini, il Gip del Tribunale di Trani, accogliendo la richiesta di misure cautelari personali e reali avanzata dal Pubblico Ministero, nei confronti dei predetti soggetti, ha emesso un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali nei loro confronti.
Il giudice ha così disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente dei beni societari. Ma, anche quelli delle persone fisiche sottoposte a misura. In tale contesto, quale profitto di reato, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro crediti d’imposta, beni immobili, valori, somme titoli e altre utilità effettive per una somma di circa 2 milioni di euro. Si tratta di 7 autovetture, 2 motocicli, 8 orologi di pregio, quote societarie per un importo pari a 10 mila euro. Vi è anche un compendio aziendale di una società cooperativa avente un volume d’affari di oltre 8 milioni di euro.

IMPEGNO CONTRO LE FRODI

Il procedimento penale sugli arresti per la presunta maxi truffa dei bonus edilizi a Barletta è ancora nella fase delle indagini preliminari. Le responsabilità degli indagati saranno definitivamente accertate solo ove intervengano sentenze irrevocabili di condanna.
L’operazione, svolta nelle province di Barletta, Brescia e Bergamo anche con l’impiego dei locali Reparti del Corpo, mostra il costante impegno dalla Guardia di Finanza di Barletta.

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