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di FRANCESCO ALTAVISTA
LAGOPESOLE è pronta ad accogliere, stasera, Antonio Cornacchione con il nuovo spettacolo “Silvio c’è”. Cabaret ma anche teatro-canzone con la collaborazione del cantautore milanese Carlo Fava.
In anteprima Antonio Cornacchione si presta ad un’intervista con la sua proverbiale ironia.
Signor Cornacchione, lei scrive riferendosi al suo nuovo spettacolo: “ tutto deve cambiare affinché tutto rimanga uguale” è la frase del Gattopardo . Questo spettacolo parla di una rivoluzione mancata?
«Diciamo che negli ultimi venti anni non è che sia cambiato un granché. Da Andreotti, poi Craxi e poi Silvio , gli obiettivi sono stati sempre quelli, cioè prima di tutto loro stessi. La classe dirigente è sempre quella, ne sono convintissimo ,ecco perché la satira si rivolge sempre a loro. Io lo dico sempre per far nascere una satira di destr, a parte la mia naturalmente, sarebbe necessario che la sinistra amministri per 50 anni l’Italia. Se vogliono bene alla satira devono mollare il potere».
Non c’è solo Silvio nello spettacolo …
«Silvio è come una figura panteistica, Silvio è tutto, tutto è Silvio ma anche no. Anche se poi Silvio è il più simpatico, vivono tutti all’ombra di Silvio che è come un grande fungo che copre tutti, un Cesare. Comunque nello spettacolo collaboro con Carlo Fava, ci scambiamo i ruoli spesso durate lo spettacolo, satira ma canzoni e teatro. Una parte sarà dedicata alla realtà e una invece a qualcosa più legata al pensiero. Si parte con una canzone del repertorio di Carlo e si finisce con un omaggio a Gaber».
Cosa rappresenta Silvio per te?
«Per me rappresenta quello che rappresenta per gli altri italiani. Poi lui è il presidente del consiglio è stato votato, io lavoro su quello che gli altri italiani mi dicono. A volte mi danno la colpa ma io devo lavorare per forza con Silvio perché nel bene e nel male ormai c’è lui. Lui rappresenta il punto più alto della classe politica , molti lo vogliono imitare, molti si rapportano a lui e noi satirici siamo costretti a lavorare con lui, un po’ come Fini».
E’ vero che i comici che si occupano di satira cominciano a scarseggiare?
«In effetti non c’è tantissimo, perché secondo me ci sono tanti altri comici che hanno scelto direttamente la carriera politica: ci siamo divisi i compiti, chi fa spettacoli e chi va direttamente in parlamento. Silvio stesso è un grande comico, soprattutto negli ultimi tempi».
Parliamo un po’ di altri leader a sinistra. Nichi Vendola?
«Mi è molto simpatico , è la speranza della sinistra ma siccome negli ultimi tempi ne ho viste tante di questo genere, io se fossi in Vendola quando dicono che è la speranza mi gratterei le palle».
Bersani?
«Bersani non è altro che l’espressione romagnola della sinistra ha tanto da imparare da Silvio».
Lasciamo la politica parliamo dell’informazione ….
«Finché c’è Minzolini siamo in una botte di ferro. Lasciate fare a lui, è fantastico: dà le notizie prima ancora che diventino tali. Non c’è bisogno delle intercettazioni, Silvio parla direttamente al TG1.
Emilio Fede è stato messo in ombra da Minzolini. E’ uno scontro al vertice».
Michele Santoro?
«E’ un grande giornalista , dice cose che sulla Rai non si sentono spesso. Non spetta a me parlare del suo cachet ma certo io lo pagherei per restare e farlo lavorare di più non certo per mandarlo via».
Ma in questa realtà chi salva?
«Salvo la Carfagna e la Basilicata non per captatio benevolentiæ. Tra l’altro ho visto “Basilicata Coast to coast” e mi è piaciuto. Dovrò fare i complimenti al regista. Certo parla di una Basilicata rurale come piace ricordare a noi e non si nomina nemmeno il petrolio. I rapporti di forza sono economia, politica e poi natura, continuiamo così a darci martellate sulle palle.
Concludiamo. Cosa è la Bellezza?
«Direi una passeggiata in campagna senza vedere capannoni possibilmente».
Per Silvio?
Fare una passeggiata è vedere solo capannoni».

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