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Il Palazzo Miramare è stato dichiarato «bene di interesse particolarmente importante sul piano storico-artistico» e sottoposto a procedimento per l’imposizione del vincolo di tutela da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria poichè nell’area sono presenti resti archeologici riconducibili alla città romana di Regium.
A deciderlo, con apposito decreto, è la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici. Il provvedimento, una volta trascritto presso l’Ufficio del Territorio – Servizio Pubblicità Immobiliare, avrà efficacia anche nei confronti di ogni successivo proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo dell’immobile sito sul corso Vittorio Emanuele III.
L’edificio, fino a qualche tempo fa sede dell’Hotel Miramare, è stato interessato all’epoca della sua costruzione da rinvenimenti archeologici riconducibili alla città romana di Regium. Nella fase di ricostruzione post-terremoto del 1908 della città di Reggio Calabria, in occasione dei lavori di sbancamento per l’edificazione dell’immobile negli anni 1925-26, furono rinvenuti resti di un edificio di età romana tra cui un pozzo, un grosso pithos per la conservazione di derrate ed un certo numero di monete poco leggibili. Di interesse storico-archeologico, essendo poche le testimonianze rimaste in tal senso, la scoperta di una pavimentazione musiva policroma ricollegabile ad uno degli ambienti esistenti con decorazione di tipo geometrico secondo schemi noti alla iconografia romana.
Dai dati d’archivio è documentata inoltre la presenza di materiale di età ellenistica e di età medievale. La compresenza di materiali riconducibili ad epoche diverse è un ulteriore dato circa la nota sovrapposizione della città contemporanea su quella di età greca e romana nonchè delle età successive. Anche l’area limitrofa all’edificio che ospitava l’Hotel Miramare era stata già oggetto di scoperte negli anni immediatamente precedenti per cui risulta evidente l’interesse storico-archeologico dell’immobile sottoposto adesso a vincolo di tutela da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

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