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CONTADINI nullatenenti ridotti alla fame da una miseria antica, ex soldati borbonici, giovani renitenti alla leva: furono loro i principali protagonisti di una rivolta sociale, espressione esasperata del malessere delle classi contadine, che infiammò il Meridione all’indomani dell’Unità d’Italia. Nel 1861, infatti, il Sud era in rivolta contro il nuovo sistema piemontese poggiato su classi agiate del latifondo e della borghesia, contro l’abolizione degli usi e delle terre comuni, contro nuove ed esose imposte e un regime di occupazione militare. Il fenomeno, che caratterizzo in maniera drammatica quel periodo travagliato della storia del Meridione, prese il nome di “Brigantaggio”. E mentre ieri Francesco Saverio Nitti, riferendosi alle condizioni dei meridionali, scriveva: “…O briganti o emigranti” oggi ancora riemerge, spesso in maniera contrastante, il dibattito su quella che viene indicata ancora come “Questione Meridionale”. Da questo assunto nasce la prima edizione di “Briganti o emigranti”, l’evento promosso dalla Pro Loco di Rionero in collaborazione con il Comune, la Regione, l’Apt, il Gal Vulture Alto Bradano e il Museo del Brigantaggio che si terrà dal 2 al 4 ottobre a Rionero.
Una tre giorni interamente dedicata al fenomeno del Brigantaggio che vedrà la mobilitazione di un’intera città per ricostruire quel pezzo di storia a cavallo dell’Unità d’Italia. «Lo scopo della manifestazione – ha spiegato il presidente della Pro Loco Michele Verde – è di creare un momento di ulteriore riflessione sul Brigantaggio, fenomeno storico che necessita di riletture senza riserve né culturali né ideologiche per cercare di far capire meglio quello spaccato della storia italiana che ancora vedere interessati gli storici italiani e internazionali». Durante la tre giorni primeggeranno sicuramente la figura di Carmine Crocco e l’ex carcere oggi Museo del Brigantaggio.

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