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Il risveglio è quello di chi, andato a letto molto ubriaco la sera prima, viene sbattuto giù dal letto dal trillo assordante di una sveglia per andare a lavorare alle sei di mattina. Il mal di testa è conseguenziale, probabilmente come quello che sarà venuto a qualcuno dopo il primo tempo di Bisceglie e dopo il secondo con la Gelbison. Una serie di segnali chiari ed inequivocabili che quantomeno indicano a Mimmo Giacomarro e al Potenza la strada per rimediare. Perchè è chiara una cosa: se proprio una doccia gelata doveva arrivare, meglio che sia accaduto dopo appena due giornate, con un solo punto in  carniere (i più ottimisti ne avevano previsti quattro) e ancora tanta strada da compiere. Ma un concetto deve essere chiaro fin da subito: l’errore più grande, oltre a deprimersi, sarebbe proprio quello di pensare di aver sbagliato tutto fino ad oggi. Dalla preparazione, ai test amichevoli troppo morbidi, dalle scelte sugli under, alla troppa considerazione per qualche over. Il Potenza ha fatto quello che doveva fare, resta una buona squadra, non da primato, ma può recitare un ruolo da protagonista in questo campionato, ha il tempo per rialzarsi e, soprattutto, svegliarsi. E più che la “bambola” presa dalla Gelbison, possono fare da monito i fischi del pubblico amico. Potenza non è Termoli (in  molti provengono da quella piazza), può portarti in Paradiso o spingerti all’inferno in men che non si dica, è piazza esigente che non perdona troppe distrazioni o scarsa reattività. Il messaggio  ai protagonisti è stato recapitato. Il tempo per rialzarsi, comodamente rilassati e non per forza al trillo di una sveglia alle sei di mattina, c’è. BUON LUNEDI’

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