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MELFI – Un furto che ha dell’incredibile e fa rimanere davvero perplessi.

È stato rubato il carro agricolo usato per portare processionalmente la statua, cosiddetta dello Spirito Santo, nella festa che si svolge nel giorno di Pentecoste dal 1528, a celebrare un evento storico e religioso di quell’anno. Il carro era custodito nell’ex macello municipale, oggi adibito a deposito da parte del Comune.

I ladri hanno forzato la serratura del cancello e si sono introdotti nei locali del mattatoio e insieme al carro hanno portato via attrezzi da lavoro di dipendenti comunali.

Il carro era stato acquistato nel 1971 dalla Confraternita S. Maria ad Nives, che allora organizzava da sola la manifestazione, dopo che dal 1967, per essere la festa molto decaduta, era stata avviata un’intensa opera, insieme ad accurate ricerche storiche, atta a far riprendere negli anni i valori dell’antica tradizione, che oggi andrebbero ripresi e rivitalizzati.

Per la cronaca è da dire che il carro, dopo essere stato preso in fitto per alcuni anni dall’Azienda Lanari di Monticchio, fu acquistato al prezzo di lire centomila, quando cessò quell’attività agricola.

La scelta del carro per la processione dello Spirito Santo non fu casuale, proprio all’epoca in cui risaliva la festa, era l’unico mezzo di trasporto e l’usanza di utilizzarlo per tali rituali religiosi era usuale e si è protratta per molti secoli. Tanto da costruirsi appositamente carri agricoli da adibire a riti processionali e che erano conservati con un rituale quasi devozionale.

A Melfi l’uso del carro era ancor più confacente alla realtà. Gli scampati all’eccidio francese del 1528 si rifugiarono in montagna e vi fecero ritorno quando la città fu liberata, portando di lì trionfalmente in processione la pesante statua, quale atto di ringraziamento verso lo Spirito Santo. 

Il furto assume l’aspetto di un’offesa alla cultura della città e in un certo senso anche un atto sacrilego per l’uso specifico cui il carro era adibito. Appare come la volontà di far interrompere l’antico rito.

È pertanto speranza comune che si tratti di una bravata e che il carro possa tornare a essere ancora il “carro dello Spirito Santo”.

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