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INTORNO alle 18 sono usciti dall’ospedale San Carlo i tre  ispettori – tra cui un ufficiale dei Nas – mandati dal ministro Lorenzin e i 3 componenti – i dirigenti Giuseppe Marra e Rocchina Gacoia e il funzionario Maria Luisa Zullo – della commissione d’inchiesta voluta dall’assessore alla Sanità, Flavia Franconi. Obiettivo degli ispettori ministeriali – «È una situazione molto complicata, spero di avere presto le risultanze delle indagini» ha dichiarato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin  – e regionali – ad affiancarli i membri della commissione interna  istituita dall’Azienda ospedaliera (Bruno Mandarino, Direttore sanitario, Mario Greco, responsabile di “Medicina legale” e Angela Bellettieri, responsabile dell’area “Risk management”) fare chiarezza  sulla morte della settantunenne deceduta a maggio del 2013 dopo un intervento al cuore.  Ad accogliere gli ispettori – quelli regionali torneranno in ospedale lunedì prossimo – il Direttore generaleGiampiero Maruggi e  Franco Sisto, direttore dell’Utic (Unità di terapia intensiva cardiologica) . Allo scambio d’informazioni sugli accertamenti interni già eseguiti si è aggiunto l’audit dei medici di Cardiochirurgia. Tra questo sono stati sentiti anche   Michele Cavone – il medico  che  non sapendo di essere registrato  si è sfogato con  Fausto Saponara che oggi sappiano essere il collega che ha raccolto lo sfogo e lo ha registrato illegalmente. Il cardiochirurgo che ha registrato la “confessione” del collega presente quel giorno in sala operatoria già allontanato dal servizio) è stato sospeso per 30 giorni: la sua posizione è considerata la più grave, al punto che la sospensione inflittagli  potrebbe essere prorogata. Ascoltati anche gli altri medici sospesi – ma solo dalle attività chirurgiche – tra cui il primario di    cardiochirurgia – Nicola Marraudino – l’anestesista e  l’infermiere che si trovavano  nella sala operatoria il giorno dell’operazione al cuore costata la vita alla donna. «Ho accolto doverosamente gli ispettori in ufficio ma dall’esterno ho appreso che familiari e pazienti hanno chiesto di lasciar lavorare i medici a conferma della piena fiducia sul loro operato», ha dichiarato il Direttore generale Maruggi che ha anche aggiunto che «un singolo accadimento non può macchiare la reputazione dell’azienda fermo restando che «qualora verranno accertate le colpe   i responsabili  pagheranno per ciò che hanno fatto».  Per quanto riguarda l’inchiesta interna il Direttore sanitario, Bruno Mandarini, potrebbe consegnare la sua relazione già prima del prossimo 10 settembre. 

Ci vorranno, invece, almeno 45 giorni prima che i tre componenti della commissione istituita dalla Regione consegnino,  all’assessore Franconi, il loro report.   

Se davvero , quel maggio del 2013,  in sala operatoria si è verificato un  errore a fare riflettere dovrebbe anche essere il fatto che non solo chi ha commesso l’errore ha taciuto ma per giorni e giorni ha taciuto anche Michele Cavone che solo in un secondo momento si è sfogato con il collega, che poi gli ha teso il “tranello”, piuttosto che denunciare l’accaduto ai vertici aziendali e alla magistratura.

Quella guerra sotterranea che,  da anni e anni,  si combatte all’interno dell’unità operativa di Cardiochirurgia,  continua. E continua in modo sempre “ più sporco”. Basti pensare che l’inchiesta – a indagare è il sostituto procuratore Anna Gloria Piccininni –  sul decesso della donna è sì partita sulla base di    un esposto anonimo che, però, a quanto pare conteneva una dovizia di particolari che potevano conoscere  solo “esperti del mestiere”.

a.giammaria@luedi.it

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