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VILLA D’AGRI –  C’erano un po’ tutti. Le associazioni, alcuni sindaci, diversi amministratori. Ma c’era chi, come alcuni cittadini di Corleto Perticara hanno raggiunto Villa D’Agri a piedi come segno di protesta. Insomma la manifestazione “Cosa bolle in pentola” è stato un successo, ma soprattuto ha stimolato la riflessione dei presenti sul tema legato al petrolio. L’iniziativa è stata promossa dalla Ola, Wwf, Laboratorio per Viggiano, l’Onda Rosa di Viggiano e Libera Basilicata, con l’ obiettivo di  «stimolare il protagonismo della comunità e degli enti locali sui temi dello sfruttamento della Val d’Agri». Sono state fatte diverse proposte, raccolte in un documento, tra cui  la «sospensione di tutti gli iter di autorizzazione di nuovi pozzi di idrocarburi  e di nuove istanze di permessi di ricerca in Basilicata e dell’ulteriore ampliamento del Cova con limite di lavorazione del greggio a 85mila barili al giorno. La Ridistribuzione delle royalties, non in base ai pozzi, ma al danno quantificato con il monitoraggio, usandole esclusivamente per lo sviluppo dei territori ed il futuro delle giovani generazioni». Tra i primi a prendere la parola il sindaco di Grumento Nova, Antonio Imperatrice che ha ribadito il prioprio «no» al pozzo di reiezione. A introdurre la serata Marica Di Pierri responsabile dell’Associazione Internazionale “ASud”, in veste di moderatore. Tra gli interventi anche quelli del geologo Vincenzo Portoghese il quale ha spiegato come «il petrolio “convenzionale” ovvero , quello di  facile estrazione – ha spiegato Portoghese –  oramai è in via di  esaurimento in quasi tutto il mondo , mentre enormi riserve sono rappresentate da oli pesanti, ad alta viscosità e molto difficili e onerosi da estrarre». Ha preso poi la parola la professoressa Albina Colella , Ordinario di Geologia Università della Basilicata che ha evidenziato come «le attività petrolifere, notoriamente  inquinanti e tradizionalmente realizzate in aree desertiche, possono essere devastanti in  territori ricchi di preziose risorse (umane, idriche, agricole, turistiche, culturali) e soggetti a rischi naturali (terremoti), se non si ricorre ad una rigorosa tutela ambientale, grazie a severi controlli sulle attività e ad una appropriata pianificazione del territorio». Sullo Sblocca Italia, ha continuato la Colella «Renzi potenzia le  attività petrolifere con un provvedimento, che sarebbe incostituzionale. Renzi, il Governatore lucano Pittella e il Ministro Guidi, assicurano verbalmente i cittadini che molta attenzione sarà posta alla tutela ambientale. Purtroppo i fatti contraddicono le rassicurazioni verbali. Circa vent’anni di estrazioni petrolifere in Basilicata hanno dimostrato esattamente il contrario. In Val d’Agri non è stato raccolto il “dato bianco”, ossia il dato relativo alle matrici ambientali del territorio al punto zero, quello precedente alle modifiche indotte dalle attività petrolifere». «Il disegno di legge di revisione costituzionale – ha spiegato il professore Enzo di Salvatore – proposto dal Governo Renzi riscrive  completamente molte disposizioni del Titolo V della Costituzione, con il chiaro intento di  riportare in capo allo Stato le funzioni legislative esercitate dalle Regioni e di comprimere l’autonomia degli Enti locali».

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