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«Ora la sfida tocca a noi per costruire il nostro futuro e la nostra ricchezza». Salvatore Adduce ha le idee chiare su ciò che attende la città di Matera, andare a letto alle 3 dopo una notte di festeggiamenti e le tante interviste concesse in queste ore non hanno scalfito le convinzioni del primo cittadino che spiega.

«Io credo che la commissione abbia voluto fare una scelta di un luogo che non è facilmente ed immediatamente riconoscibile, io ero convinto che al netto della bontà del nostro programma l’Unione europea avrebbe fatto un’operazione che può essere un esempio pr il futuro ma che oggi non è immediatamente riconoscibile ribaltando il normale paradigma».
Al risveglio Matera è diversa nelle sensazioni e nelle parole di Adduce: «in 24 ore si è ribaltato l’approccio alla città, abbiamo avuto spazi, occasioni che non avremmo mai potuto sopportare e sostenere nei mesi passati e nei giorni passati.

Oggi il nome di Matera è davvero dappertutto ed è un percorso naturale prodotto solamente dall’annuncio.
Il futuro toccherà a noi. A tutti i materani».
Adduce spiega ancora che «il meccanismo che è stato impostato dall’Unione europea permette alle città di avere quattro anni di tempo per riuscire a fare ciò che è necessario e per essere pronti alla sfida che bisogna sostenere.
Ci sono una serie di necessità sia sotto un profilo programmatico ma anche sotto quello infrastrutturale e materiale che dovremo mettere a punto ma credo che ci sia il tempo per riflettere e pensare a tutto questo».

Quanto alle scelte da operare per il futuro, alle discussioni ancora recenti su Matera 2019 Adduce non si è sbilanciato ma ha spiegato con chiarezza un concetto: «io credo che ci sia la consapevolezza in tutti noi che questo risultato non vuol dire che non ci sono difetti e non ci sono problemi da risolvere.
Vuol dire che abbiamo ben lavorato e che il team che si è creato ha una ragionevole fiducia in quello che bisogna fare».
Infine il sindaco non ha mancato di tornare indietro ai momenti decisivi, all’attesa quasi interminabile prima del nome letto da Franceschini.
«Capire cosa scriveva Steve Green? In quel momento non riuscivo proprio a vederlo, ci siamo posizionati davanti nella sala quasi in maniera profetica.
C’è stata una tensione davvero straordinaria, sono stati minuti interminabili nei quali ci siamo detti con il sindaco di Lecce che avremmo voluto davvero che questo risultato arrivasse al Sud.
Ognuno se non vinceva tifava per l’altro e credo che non ci saranno problemi ad avviare una proficua collaborazione».

Dopo le giornate inebrianti del risultato raggiunto, del traguardo per cui si era lavorato tanto verrà già da domani il tempo di cominciare a costruire un obiettivo che Matera ha voluto con grande determinazione. Probabilmente più degli altri.

p.quarto@luedi.it

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