INDICE DEI CONTENUTI
- 1 EMERGENZA CARCERI L’ANALISI DEI DATI NEL 2025 E LA CRISI STRUTTURALE ANCHE IN BASILICATA
- 2 L’IMPATTO DELLE POLITICHE ATTUALI E IL CONFRONTO STATISTICO
- 3 EMERGENZA CARCERI, IL RUOLO E LA CARENZA DEL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA ANCHE IN BASILICATA
- 4 LA ROTTURA COSTITUZIONALE E IL FABBISOGNO DI RISORSE UMANE
- 5 EMERGENZA: LA SITUAZIONE NELLE CARCERI DELLA BASILICATA
Nardella (Cnpp-Spp) sui Carceri in Basilicata: «Siamo all’ emergenza. Sovraffollamento alle stelle. La situazione più grave a Potenza, dove dal 2022 si contano 44 detenuti in più.
Le carceri italiane scoppiano di detenuti e la Basilicata non è certo da meno. Nelle carceri lucane, e soprattutto a Potenza, i numeri sono cresciuti. È questo il cuore dell’intervento del segretario nazionale Cnpp-Spp Mauro Nardella. Che spiega: «Erano 44.134 i detenuti presenti nelle carceri italiane nel 1992, e quell’anno i suicidi sono stati 47, in sostanza 10.6 ogni diecimila detenuti. Sono invece stati 89 quelli deceduti per cause naturali. Questi sono dati coincidono con il minimo storico – spiega Nardella – addirittura inferiore finanche ai periodi post indulto dell’anno 2006 quando si arrivò a toccare una soglia di 44.587 presenze dopo che si era raggiunta la fatidica soglia di 58.817 detenuti e internati.
Oppure con il decreto legislativo 146/2013, che aveva modificato la normativa sulla liberazione anticipata, aumentando da 45 a 75 i giorni di sconto di pena per ogni semestre espiato e introdotto la possibilità di ottenere 30 giorni aggiuntivi per i semestri pregressi, per i detenuti meritevoli.
Questa fu una misura in risposta alle pressioni della Corte Europea per il sovraffollamento carcerario, come evidenziato dalla sentenza “Torregiani” che portò da poco più d 65.000 a poco più di 57.000 i detenuti presenti negli istituti di pena italiani», spiega ancora Nardella.
EMERGENZA CARCERI L’ANALISI DEI DATI NEL 2025 E LA CRISI STRUTTURALE ANCHE IN BASILICATA
Nel 2025 nelle carceri italiane si sono contati alla fine di novembre «ben 63.868 detenuti, quasi 20.000 in più rispetto al 1992, ubicati nelle celle dei vari istituti di pena, 224 decessi, di cui 76 suicidi e quindi 146 per morte naturale l’ultimo dei quali deceduto il 24 dicembre nel carcere di Sulmona».
Numeri che, continua Nardella, «raccontano una crisi strutturale e che chiama in causa lo Stato, la sua responsabilità e il senso stesso della pena con l’ulteriore aggravante dettata da un crescente e costante depauperamento delle unità di Polizia Penitenziaria utilizzabili nelle realtà detentive ad oggi in difetto di almeno diecimila unità». Il massimo storico in termini di presenze di detenuti e internati nei vari penitenziari italiani «si è avuto nel 2010, quando se ne contavano 67.820. Quell’anno si registrarono però 55 suicidi e 108 decessi per cause naturali, sinonimo che non sempre il sovraffollamento è visto come concausa nella scelta fatta dai reclusi di mettere fine alla loro vita».
Il tema centrale per Nardella non è quindi solo il sovraffollamento, «ma il modo in cui la detenzione viene esercitata. Sinceramente mi sento di essere in linea con il pensiero di Radio Radicale emerso nella rubrica “Osservatorio giustizia”, a cura di Lorena D’Urso quando afferma che la pena oggi perde il legame con la dignità della persona, il carcere smette di essere uno strumento di legalità e diventa un luogo di rottura costituzionale».
L’IMPATTO DELLE POLITICHE ATTUALI E IL CONFRONTO STATISTICO
E poi: «Se le misure adottate fossero davvero efficaci, come si spiega infatti l’incremento del 7% del sovraffollamento e l’elevatissimo numero di suicidi? La legge dei numeri è inesorabile anche per uno come me che con i numeri spesso ci fa a cazzotti». E ora? «Con l’avvento del Governo Meloni la situazione non è per nulla migliorata, anzi, i dati riferiti ai tre anni di operatività dell’attuale esecutivo parlano chiaro. Come si può facilmente notare sono circa 8.600 i detenuti in più rispetto al periodo pre Meloni, l’equivalente di 143 detenuti in media in più al mese, ovverosia l’equivalente per mese di un nuovo istituto penitenziario di medie dimensioni o se vogliamo di 3 istituti nuovi delle dimensioni della Casa Circondariale di Avezzano: complessivamente 60 istituti nuovi di medie dimensioni o 180 simil Avezzano».
Per Nardella «il dato che più impressiona è quello riferito ai suicidi e alle morti per cause naturali ogni 10.000 in custodia nel corso dell’anno. Da quando è subentrato il Governo Meloni nelle carceri italiane abbiamo avuto un valore medio di suicidi pari a 7.96 e ben 11,4 decessi per cause naturali ogni diecimila detenuti mediamente in custodia nel corso dell’anno rispetto a una media precedente (periodo 1992 al 2021) di 4,14 suicidi e 7,1 decessi per morte dovute a cause naturali sempre su diecimila detenuti mediamente tenti in custodia».
EMERGENZA CARCERI, IL RUOLO E LA CARENZA DEL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA ANCHE IN BASILICATA
E poi ancora: «Non abbiamo il dato sui suicidi sventati dalla Polizia Penitenziaria per i quali sarebbe stata buona cosa ricavarne i valori medi e rapportarli al numero di poliziotti penitenziari che nel corso degli anni hanno sempre meno occupato i vari posti di servizio detentivi. Allo stato si contano migliaia e migliaia di poliziotti in meno adibiti a mansioni intramurarie rispetto agli anni 90.
Le nuove specializzazioni, come Gom, Cinofili, Nic, Nir, Gio, Gir, Navale, hanno visto il loro concretizzarsi prelevando forze operative infra carcerarie senza però vedere attuare le dovute e sacrosante compensazioni sulle unità sollevate dai precedenti incarichi». Se si aggiunge a questa scelta «il blocco di nuovi arruolamenti frutto della stangata dettata dalla Spending Review, ovvero decreto Madia, concorrendo, così, ancor di più a svuotare le carceri di poliziotti, risulta facile immaginare che un aumento di suicidi possa anch’esso essere collegato a un minor contributo in termini di vigilanza».
LA ROTTURA COSTITUZIONALE E IL FABBISOGNO DI RISORSE UMANE
Il tema centrale «non è quindi solo il sovraffollamento ma il modo in cui la detenzione viene esercitata. Sinceramente mi sento di essere ancora in linea con il pensiero di Radio Radicale emerso nella rubrica “Osservatorio giustizia”, a cura di Lorena D’Urso quando afferma che la pena oggi perde il legame con la dignità della persona, il carcere smette di essere uno strumento di legalità e diventa un luogo di rottura costituzionale e se proprio dovessi dare una spiegazione sui motivi che stanno portando a tutto questo io tra i primi ci metterei la mancanza di sufficiente personale di tutti gli attori professionali penitenziari e su misure prese evidentemente non funzionali ai fabbisogni dei diretti interessati».
Inoltre, spiega Nardella, «se le misure adottate fossero davvero efficaci, come si spiega infatti l’incremento del 7% del sovraffollamento e l’elevatissimo numero di suicidi? La legge dei numeri è inesorabile anche per uno come me che con i numeri spesso ci fa a cazzotti.Come detto il sistema penitenziario, quello operativo per intenderci e non quello che contempla anche gli uffici, difetta, secondo le nostre stime, di almeno diecimila unità di polizia penitenziaria.
A dire il vero negli ultimi tre anni il dato sui nuovi arruolamenti ha visto una, seppur parziale, inversione di tendenza. Tuttavia – dice ancora Nardella- è ancora troppo poco se si pensa al fatto che sui 10.000 mancanti, al netto dei cospicui pensionamenti tuttora in atto, solo 700 sono quelli realmente recuperati in termini di carenza. A conti fatti, se si dovesse continuare con questo trend, per recuperare le 9700 unità ancora mancanti non basteranno 10 anni di continui corsi di formazione per nuovi agenti per riuscire a compensare la grave carenza in atto».
EMERGENZA: LA SITUAZIONE NELLE CARCERI DELLA BASILICATA
E infine: «La Basilicata, in termini di sovraffollamento carcerario, segue il trend nazionale. Da quando si è insediato il Governo attuale siamo passati dai 413 detenuti e internati ristretti nel 2022 agli attuali 477 ristretti, ben 64 in più, l’equivalente di un carcere come Avezzano in più. Guardando alla situazione dal 2022 a oggi di ogni istituto lucano, si vede che l’istituto di Matera è passato dai 175 detenuti del 2022 agli attuali 180, quindi 5 detenuti in più. L’istituto di Melfi è passato dai 186 detenuti del 2022 agli attuali 201, quindi 15 in più. Il carcere di Potenza è passato dai 52 detenuti del 2022 agli attuali 96, quindi ben 44 detenuti in più».
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