Un incidente sulla Ss 106 a Sibari
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Dopo anni di tragici ritardi, Anas riattiva il progetto della rotatoria della Ss 106 di Sibari: «Una svolta tardiva ottenuta solo dopo proteste».
Già nel 2019 l’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” aveva segnalato ad Anas S.p.A. l’estrema pericolosità del quadrivio di Sibari, soprattutto durante la stagione estiva, chiedendo con urgenza la realizzazione di una grande rotatoria capace di porre fine a una situazione ormai divenuta insostenibile. Una richiesta puntuale, motivata, documentata. Rimasta, tuttavia, inascoltata.
Negli anni successivi nulla è cambiato. Soprattutto con l’arrivo dell’estate, come un copione tragicamente già scritto, il quadrivio di Sibari è tornato a essere teatro di code chilometriche, automobilisti esasperati, persone costrette a restare bloccate sotto il sole cocente, talvolta colpite da malori, e manovre azzardate generate dallo stress e dalla disperazione. Un delirio quotidiano sotto gli occhi di tutti. Un problema noto, evidente, reiterato. Eppure ignorato.
Nel 2022 fu addirittura il Comune di Cassano all’Ionio a intervenire formalmente, con una dura nota indirizzata ad Anas S.p.A., chiedendo la realizzazione di una rotatoria già prevista come opera di compensazione ambientale nell’ambito del progetto del Terzo Megalotto della S.S. 106 Sibari–Roseto Capo Spulico. Quella richiesta arrivò subito dopo la Domenica delle Palme, a seguito dell’ennesimo gravissimo incidente stradale, nel quale due persone persero la vita e una terza rimase in condizioni disperate. Anche allora si invocava un intervento immediato per “scongiurare il ripetersi di simili tragedie”. Nulla.
IL DOLORE DEGLI STUDENTI E LA SVOLTA ISTITUZIONALE
Il 15 dicembre scorso ho partecipato, su invito della dirigente scolastica prof.ssa Anna Liporace, a un’iniziativa presso l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Erodoto di Thurii”. Un incontro fortemente voluto dagli studenti. Ragazzi che non chiedevano retorica, ma risposte. Ragazzi ai quali, due settimane prima, appena il 30 novembre, la strada aveva strappato due amici: Chiara e Antonio, vent’anni appena, vite spezzate troppo presto, nel silenzio assordante delle istituzioni preposte alla sicurezza.
ROTATORIA DI SIBARI SULLA SS 106
A quell’iniziativa hanno partecipato anche il sindaco di Cassano all’Ionio, Giampaolo Iacobini, e l’assessore alla Pubblica Istruzione Teresa Lanza, distinguendosi entrambi per una rara qualità: la capacità di ascoltare e, soprattutto, di assumersi impegni concreti. Impegni che, la scorsa settimana, hanno prodotto un annuncio ufficiale: il progetto della rotatoria di Sibari, elaborato anni fa e rimasto chiuso in un cassetto, è stato finalmente riattivato. Sono state avviate le procedure propedeutiche alla conferenza di servizi. Un piccolo ma significativo passo in avanti.
Il sindaco Iacobini ha parlato chiaramente: «Andremo avanti monitorando l’evoluzione delle procedure e sollecitandone la definizione, per un solo obiettivo: mai più. Mai più si ripeta ciò che è accaduto». E sì, bisogna esserne felici. Dopo sei anni, Anas S.p.A. riconosce finalmente un problema che era evidente sin dal primo giorno. Riapre un progetto già esistente e manifesta l’intenzione di risolverlo.
UNA VERITÀ AMARA: IL PESO DELLA POLITICA E DELLE TRAGEDIE
Ma c’è una verità che non può essere taciuta. È inaccettabile, ingiusto, moralmente indegno che per riaprire quel cassetto siano dovuti morire due ragazzi di vent’anni. Questo dato, da solo, solleva interrogativi pesantissimi sulle responsabilità morali di Anas S.p.A. e della sua dirigenza territoriale. È davvero possibile che su una criticità tanto evidente non si sia intervenuti prima, quando intervenire avrebbe significato salvare vite umane? Non intendo rifugiarmi nell’ipocrisia. Parlo assumendomene la piena responsabilità.
Sono convinto – pur non avendo prove documentali – che la rinnovata “sensibilità” di Anas S.p.A. non sia frutto di una improvvisa presa di coscienza, ma della pressione esercitata da una comunità sconvolta dal dolore, da una mobilitazione studentesca senza precedenti, da un’amministrazione comunale determinata e, soprattutto, dal peso politico dell’assessore regionale Gianluca Gallo, che a Cassano all’Ionio è nato, ha amministrato ed è residente. Quando a chiedere un intervento è un assessore con il peso politico di un ministro, forte di oltre trentamila preferenze, le risposte arrivano. È una constatazione amara, ma reale.
Sia chiaro: sono sinceramente soddisfatto dell’intervento dell’assessore Gallo e del fatto che il suo peso politico possa risultare decisivo per risolvere una situazione non più procrastinabile. Ma proprio questo rafforza una considerazione inquietante: senza quel peso politico, probabilmente, oggi saremmo ancora qui ad attendere. Non solo ma colgo l’occasione per ringraziarlo: perché in passato altri, con un peso politico simile al suo, non sono stati neanche capaci di esercitarlo.
ROTATORIA SULLA SS 106 A SIBARI E L’URGENZA DI UNA NUOVA DIRIGENZA E LA SICUREZZA DEI PUNTI NERI
Però resta l’immagine di una dirigenza di Anas S.p.A. più attenta alle gerarchie del potere che al valore supremo della vita umana; più sensibile alle pressioni politiche che alle segnalazioni di cittadini, sindaci e organizzazioni di volontariato. E allora viene spontaneo chiedersi: quante altre vite dovranno spezzarsi nei punti più pericolosi della Statale 106 che già sono stati segnalati ad Anas Spa e per i quali non ha neanche dato risposte?
Nella zona industriale di Corigliano-Rossano (area urbana di Corigliano), al “Curvone della Morte” sempre a Corigliano-Rossano, sul ponte Molinella di Cariati dove attendiamo da cinque anni una semplice passerella pedonale, sul ponte Barone di Badolato, sul ponte dell’Amendolea a Condofuri ed in tantissimi altri “punti neri” già segnalati? Dovremo forse, ogni volta, attendere una nuova tragedia per poi attivare i giusti canali politici? Forse, prima o poi, qualcuno si porrà una domanda inevitabile: non è arrivato il momento di chiedere alla Direzione Generale di Anas S.p.A. di rimuovere una dirigenza regionale che ha dimostrato, nei fatti, una manifesta e conclamata incapacità, pretendendo che in Calabria arrivino finalmente i migliori dirigenti disponibili? Se e quando ciò accadrà, temo, sarà comunque troppo tardi.
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