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L’IDEA di partenza è il potenziamento della rete commerciale lucana sul settore turistico ma principalmente agroalimentare, mettendo insieme non solo i brand noti ma anche quelle aziende che provano a farsi largo nel mare magnum del mercato globale. Ed è per questo che ieri è stato presentato in anteprima a Potenza, nell’area eventi di Basile Experience, un nuovo marchio che  ha l’obiettivo di creare una “rete unica” di distribuzione internazionale dei prodotti lucani e la creazione di una “Carta della Governance Alimentare”. Ad occuparsene sarà la “Goon Gmbh”, gruppo già presente in Austria e Inghilterra guidato da Giovanni Pirrone, imprenditore potentino e Danilo Russo, business developer dell’azienda. A loro toccherà svolgere un ruolo fondamentale per potenziare il mercato e consegnare i prodotti ai compratori esteri grazie alla collaborazione dell’associazione Prodotti Tipici Basilicata. E non a caso sono stati scelti due settori fortemente trainanti, in particolare quello del turismo, che negli ultimi anni ha dimostrato di tenere testa alla crisi raggiungendo percentuali notevoli sia in termini di presenze che di ritorni economici.

Ma come si può strutturare un intero piano di distribuzione su scala globale dei prodotti? Attraverso una sorta di rete democratica. In poche parole l’obiettivo della Goon è quello di creare una carta, un regolamento generale, che deve svilupparsi attraverso la concertazione con le aziende partner. Deve essere, quindi, il risultato di una valutazione globale sulle specificità delle singole aziende. Una sorta di esperimento di democrazia partecipata nell’universo del mercato globale. La sfida è importante ma ha comunque solide basi: la Goon ha già diversi referenti e centri sparsi in tutto il globo. Stati Uniti, Sudamerica, Europa (principalmente Londra e il nord Europa) e l’Eldorado del mercato globale: la Cina. «Il nostro obiettivo – dicono i promotori dell’iniziativa – è quello di rappresentare le aziende anche meno strutturate e recuperare chi rimane indietro». Ma bisogna partire dall’inizio, ovvero dal processo di produzione. «Da questo punto di vista – continuano – bisogna rafforzare la comunicazione già nel mercato interno. Evitare anche quella forma di conflitto che c’è tra operatori di settore ed istituzioni. Ed è per questo che la carta delle regole può rappresentare un punto di partenza strategico. L’idea è quella di riposizionare completamente il concetto di alimentare, rafforzando il rapporto tra produttori e consumatori. Questi ultimi però vanno trovati in tutto il mondo». Né più né meno del classico concetto di valorizzazione e promozione delle eccellenze territoriali. A questi aspetti vanno aggiunte la reti di distribuzione: «La cosa migliore da fare è aprire verso l’esterno, sempre seguendo la carta delle regole.  Questa apertura deve conservare quanto di più importante c’è in Basilicata, la tradizione. Da questo punto di vista la posizione è fortemente conservativa». E Goon rappresenterà quel filo rosso capace di unire tutti i partecipanti. E poi c’è la Cina, che è un mercato a sé ed estremamente complesso. Stando alle previsioni il mercato cinese nel 2015 produrrà da solo un terzo dell’intero commercio online. Ci sono circa 150 milioni di cinesi con un reddito superiore ai 100mila euro. Ed è proprio questa fetta di mercato a risultare fondamentale, perché costantemente alla ricerca di prodotti esclusivi. Dunque il principio attraverso questa unica rete di distribuzione, che dovrebbe oltretutto tentare di abbattere i costi che attualmente gravano sulle singole aziende, è quello di rimettere una parte dell’Italia al centro dell’economia mondiale sul piano agroalimentare. La cosa si può fare, ma bisogna partire dal presupposto che esistono concorrenti molto agguerriti, a partire dalla Germania che attualmente esporta più beni alimentari sul mercato cinese rispetto a quello italiano.

v.panettieri@luedi.it

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