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MATERA – A metà del guado. Il percorso di Matera dal 2007 ad oggi, la colloca al 54mo posto nella graduatoria delle province italiane in cui la crisi ha colpito di più. Pochi posti più in giù,  c’è Potenza, 59esima. In questo caso, la posizione indica un  minore effetto sulla città e dunque una migliore tenuta del tessuto economico. I dati sono stati pubblicati ieri dal Sole 24 ore che ha stilato nella sua classifica, l’impatto delle difficoltà economiche, analizzando 10 differenti parametri.

La città dei Sassi segnala una performance negativa alla voce che riguarda il reddito pro capite, ovvero quello che è diminuito  di più.

Tra le prime 10 città italiane, Matera è ottava e registra una riduzione del reddito pari al 12,7%.

Tra il 2007 e il 2013, infatti la media pro capite si è ridotta da 16.599 euro per abitante a 14.495. Costretti a ridurre le spese, anche se non in modo drammatico, i materani hanno registrato, nei sette anni di riferimento, una diminuzione pari al 7,2%, passando da una spesa per i beni durevoli (elettrodomestici  e informatica) di 845 euro nel 2007 a 784 nel 2013.

«Il periodo preso in considerazione dalla ricerca del Sole 24 ore – spiega il sindaco Salvatore Adduce – non tiene conto del fatto che il nostro territorio era già stato coinvolto dalla crisi economica prima del 2007».

La posizione centrale di Matera rende necessario comprendere quale sia il valore aggiunto, la chiave di volta per superare l’impasse e l’onda lunga della crisi economica.

«Dalla graduatoria complessiva si comprende che la nostra città, nonostante le grandi difficoltà che abbiamo vissuto con la realtà industriale, perdendo interi pezzi del manifatturiero e dunque posti di lavoro, tende a reagire attraverso la scelta di riconversioni.

Negli ultimi anni si sono fatte avanti nuove realtà che rispondono a

lle esigenze di cultura, turismo, ricettività.

Ci posizioniamo al centro di questa tempesta perfetta – prosegue Adduce – e abbiamo un risultato che ci indica che dobbiamo insistere sul terreno che abbiamo scelto come via di uscita dalla crisi profonda nella quale anche l’intero Mezzogiorno si è trovato.

La classifica è composta da numerosi indici, dalla disoccupazione al costo della casa, la spesa in generale che da noi è scesa di 7 punti con una media di 845 euro rispetto ai 1300 di Belluno. Nel complesso bisogna osservare luci ed ombre. Siamo comunque sulla strada giusta, individuando nuove strade per proseguire. La via tracciata è quella, evidentemente che si muove su cultura e turismo, battendo come un martello. Una parte delle risposte sono lì e poi dobbiamo pensare che ci possa tornare  il ruolo degli imprenditori che nel passato avevano fatto la storia della nostra economia. Non bisogna trascurare il settore primario, come l’agricoltura che deve e può fare molto di più».

Lo sguardo al futuro, però, presenta anche un rovescio della medaglia, come scrive Carlo Carboni nella sua analisi sul Sole 24 ore: «Mentre nel mondo pre-crisi, cavalcato dalla tecnologia, il consumismo come dimensione d’identificazione  sociale si era impadronito del nostro software culturale culturale, la crisi economica e la depressione  sociale hanno fatto riscoprire all’individuo l’importanza sociale  dell’impresa e del lavoro». Un giudizio che sembra tagliato apposta per Matera, a metà strada tra passato e futuro.

a.ciervo@luedi.it

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